mercoledì 13 febbraio 2013

Marina di Campo: che fine hanno fatto i rimborsi pubblici destinati ai cittadini colpiti dall'alluvione? 4 domande ai Candidati delle elezioni Politiche


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Stiamo entrando nelle ultime 2 settimane di campagna elettorale e sono previsti anche all’Elba
incontri tra popolazione e i candidati delle prossime elezioni.
A Marina di Campo abbiamo manifestato un’intenzione di non voto il 29 settembre 2012 a seguito degli incredibili ritardi e problemi registrati nell’affrontare le conseguenze dell’alluvione del novembre 2011, a oggi per esempio, non un solo euro di rimborso pubblico è arrivato a Marina di Campo. Anche in Puglia e Basilicata esiste un forte movimento critico di cittadini vittime delle alluvioni del marzo 2011 nei confronti della politica, esistono sfumature diverse in queste manifestazioni di non voto. La Toscana registra addirittura 3 aree colpite da alluvioni nell’arco di 12 mesi: dalla Lunigiana dell’ottobre del 2011 passando dall’Elba del novembre successivo e sino alla più recente Maremma nell’autunno 2012 portando il numero delle vittime di queste catastrofi naturali toscane a migliaia di imprese, decine di migliaia di famiglie e cittadini. Sia a livello nazionale che regionale si osservano tempistiche, quantità e modalità diverse nell’erogazione degli aiuti, che in tempi di crisi economica determinano situazioni di incredibile disagio finanziario.

Le aree colpite in tutta Italia, alle quali possiamo assimilare anche l’Emilia del terremoto, sono aree dedite a molteplici attività economiche: turistica, agroalimentare, artigianale e industriale. In alcuni casi rappresentando addirittura delle eccellenze nazionali e internazionali.
Seguendo le cronache dei giornali e telegiornali, dei casi dell’Emilia o della Maremma, successive alla nostra alluvione, si osservano sempre le stesse assurde problematiche sugli aiuti e sul paradosso delle tasse da continuare a pagare. A chiudere le aziende alluvionate o a gettare sul lastrico una famiglia in caso di calamità naturale è la burocrazia e la cecità della politica.
Rimborsi elettorali facili e rimborsi impossibili agli alluvionati. Lusi ha potuto intascare 23 milioni di euro, la stessa cifra prevista per gli aiuti complessivi ai privati di Lunigiana e isola d’Elba.
In Italia abbiamo assistito a scandalose forme di distrazioni di denaro pubblico per interessi privati di esponenti politici di tutti i partiti, livelli amministrativi e di tutte le latitudini dello stivale.
Premesso che a livello di prevenzione è difficile immaginare una celere organizzazione di risposte in termini di edilizia, urbanistica e cura del territorio per la messa in sicurezza delle aree a rischio idrogeologico, invece è possibile che un paio di risposte immediate le si possa dare alle vittime.
1) Perché per le vittime delle catastrofi naturali non è possibile predisporre una Legge

Nazionale che preveda un organico piano di aiuti, valido in tutta Italia, che offra effettivi

sgravi fiscali immediati e celeri forme di rimborso?

2) Come è possibile che lo Stato abbia permesso che Lusi, Belsito o Fiorito abbiano potuto fare con il denaro pubblico quello che a una vittima di calamità naturale è impedito dalla burocrazia stessa del medesimo Stato?

Confrontando le modalità di accesso ai rimborsi di una vittima di calamità naturale e di un politico ci si accorge che qualcosa di stridente c’è.

L’Italia èun paese votato naturalmente al turismo, dove in nessuna campagna elettorale mai si è sentito parlare seriamente dell’unica eccellenza economica che possiamo vantare a livellomondiale.


Le alluvioni hanno colpito siti di eccellenza turistica come le Cinque Terre, l’isola d’Elba o la zone costiere della maremma e delle regioni adriatiche (nel febbraio marzo 2011).
La chiusura di un distretto industriale italiano può essere causato da diversi fattori, la crisi o la chiusura di un distretto turistico italiano, a cui affiancare l’agroalimentare, è in grande parte colpa di scelte di governo e di politiche distratte nella gestione dell’unico patrimonio non de-localizzabile in altri paesi. Siamo nei primi 10 paesi industrializzati del mondo ma siamo il primo paese in grado di poter offrire “turismo” in tutte le sue nicchie e tipologie di offerte.
3) Perché le scelte politiche e delle stesse campagne elettorali lasciano sempre fuori il

turismo come importante argomento di sviluppo economico strategico per il paese?

4) Storia, territorio, cultura, artigianato e agroalimentare di qualità sono gli assi su cui si

poggiail nostro turismo: l’unico fattore esclusivo di eccellenza che abbiamo.
E’ possibile dare speranza al paese e fare crescere e tutelare il turismo con tutte le ricadute sugli altri settori che concorrono a fare del turismo il nostro prodotto più originale ed esclusivo a livello globale?


Grazie per l’attenzione

 
Comitato 7 novembre Alluvione Marina di Campo

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