La Rete Nazionale

Non ci fermeremo fino a quando non avremo il risarcimento dei danni e la messa in sicurezza del territorio

delle comunità dei fiumi e dei corsi d'acqua

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Per la prevenzione e la gestione consapevole del territorio

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La messa in sicurezza ed una protezione civile partecipata

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Il rispetto dei diritti delle comunità colpite

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mercoledì 27 novembre 2013

Dare gli stessi diritti agli alluvionati dell'isola d'Elba e della Lunigiana

 Pubblicato su albareport (leggi articolo originale)

Paolo Franceschetti si era rivolto al Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi con una lettera tramite la quale chiedeva conto della procedura di rimborso dei danni patiti dagli elbani nel corso dell'alluvione del 2011. Il Governatore Rossi risponde in questi termini:

Gentile Signor Franceschetti,
ho ricevuto la sua mail e mi sono informato presso gli uffici regionali competenti i quali mi confermano che con l'Ordinanza del Presidente della Giunta Regionale n. 30 del 08 maggio 2012 le risorse destinate ai contributi per i danni subiti da privati ed imprese sono state quantificate nel seguente modo:
- Euro 500.000 come contributo danni privati;
- Euro 4.600.000 come contributo danni imprese (detto importo è stato prima di Euro 2.420.000 poi ridotto a Euro 2.377.145 a causa della riduzione delle risorse statali e successivamente – agosto 2013 – la Regione ha stanziato ulteriori 2.200.000 milioni di euro).
Lo stanziamento detto sopra ci permette di rimborsare alle imprese il 100% del contributo ammesso.
Per quanto riguarda il contributo ai privati al momento è stata attivata la procedura per il rimborso dei danni subiti da beni mobili registrati (auto, moto) ad oggi in fase di conclusione. Una volta conclusa la suddetta procedura potrà essere avviato, seguendo le segnalazioni danni che il Comune di Campo nell'Elba fornirà alla Regione, l'iter per la determinazione dei contributi relativi ai beni immobili (abitazioni private) inizialmente a valere sulle risorse rimanenti dalla procedura per i beni mobili registrati.
Ulteriori risorse potrebbero essere recuperate dalle economie generate dagli interventi previsti dal Piano degli interventi approvato con la suddetta OPGR 30/2012, che alla fine della gestione commissariale 22 settembre 2014 torneranno nella disponibilità della Regione.
Sperando di averle dato infromazioni utili a quanto da lei segnalato le porgo i miei più cordiali saluti,
Enrico Rossi

Alle argomentazioni di Rossi, Franceschetti replica con una nuova missiva il cui testo riportiamo qui di seguito:

Gentile Signor Presidente,
La ringrazio per la cortese risposta contenente in realtà cose già conosciute ai cittadini vittime di alluvione del 7 novembre 2011. Quello che teniamo a sottolineare è che in Lunigiana siano stati stanziati 4,1 milioni di euro per risolvere le necessità di chi avesse perduto casa per inagibilità o dovuto ristrutturare l'immobile danneggiato negli impianti idraulici ed elettrici; fortunatamente all'Elba casi di inagibilità non ne abbiamo registrati, ma rimane il fatto che decine e decine di abitanti abbiano soggiornato fuori dalle proprie abitazioni per mesi al fine di potervi svolgere ingenti lavori a impianti elettrici, idraulici e murari.
Sappiamo bene che la legge delle "tasse sulle disgrazie" abbia messo in difficoltà le Regioni, ma veda Lei come risolvere i rapporti tra Stato e Regione, quello che non tollereremo come cittadini italiani e toscani è quello di essere trattati con discriminazione.
L'iva sul riacquisto dei nostri materassi e arredi l'abbiamo pagata allo Stato, le accise sulla benzina le abbiamo pagate alla Regione, le tasse sui passaggi di proprietà delle auto usate acquistate per sostituire le auto perdute le abbiamo versate alla Provincia, abbiamo pagato l'IMU al comune e persino la Tassa sui Fossi al consorzio di bonifica.
Lo stesso pronunciamento dell'aprile 2011 della Corte Costituzionale di illegittimità sulla legge 10/2011 pone anche un quesito sul periodo di tassazione mediante le accise sulla benzina imposto ai cittadini toscani, periodo terminato soltanto al 1° di ottobre dello stesso anno per decisione della Giunta Regionale.
Vorremmo ribaltare il principio kafkiano in cui siamo precipitati: essere tassati prima, talvolta anche in modo anticostituzionale, per essere risarciti poi.
Chiediamo perciò di essere equiparati nel trattamento dei rimborsi ai cittadini della Lunigiana e La preghiamo di reperire i fondi che possano, proporzionalmente a quanto già erogato in Lunigiana, rimborsare le vittime della nostra alluvione entro tempi ragionevoli.
Come Comitato siamo in costante contatto con altri comitati di tutte le regioni di Italia, anche con gli alluvionati della Maremma che hanno appena deciso di usare anche le vie legali per vedersi riconosciuto il danno subito dal mancato allarme. Il suo intervento in Lunigiana è forse stato uno dei migliori in Italia dal febbraio 2011, data dell'entrata in vigore della Legge 10/2011 meglio conosciuta come "tassa sulle disgrazie", ci permetta però di ricordarle che l'Iter dei rimborsi per la nostra alluvione ha viaggiato con tempi e investimenti molto diversi da quelli della Lunigiana seppur accaduta appena 2 settimane prima, sapere di non avere ancora stanziato un fondo per i risarcimenti alle abitazioni è per noi fonte di grande preoccupazione sui tempi ancora da attendere per chiudere la questione rimborsi con almeno 12 o 18 mesi di ritardo rispetto alla Lunigiana.
Mi creda, è difficile far capire cosa sia un OPCM o un OPGR a chi stia pagando gli interessi su fidi, mutui e prestiti per aver recuperato la propria prima abitazione o cosa sia la legge 10/2011 e perché far pagare le accise illegittime anche agli alluvionati stessi.
Altri hanno già ottenuto ciò che noi non abbiamo avuto, questo è il "percepito popolare".
In attesa del ripristino di un equo spirito di solidarietà nazionale, principio con il quale ci troviamo certamente d'accordo, l'occasione ci è grata per porgerLe i nostri più distinti saluti.
Paolo Franceschetti

Realacci: Rispetto per i morti è anche lavorare per evitarne altri

 Pubblicato su greenreport (leggi articolo originale)

La commissione Ambiente della Camera ha sentito oggi in audizione il capo del dipartimento della Protezione civile, Franco Gabrielli, in merito all’alluvione che ha colpito nei giorni scorsi la Sardegna. Il prefetto ha introdotto dicendo che le questioni principali riguardanti la tragedia vissuta in Sardegna sono sostanzialmente tre: la prima è inerente il governo dissennato del territorio, che è stato violato tra abusivismi, condoni e tombamenti di corsi d’acqua. La seconda questione riguarda l’eccezionalità dell’evento: in 12-15 ore sono caduti 467 mm di pioggia quanti ne cadono in 6 mesi. La terza questione è invece attinente alle polemiche definite “becere” sul sistema di allerta della Protezione civile, con l’esercizio dello scarico di responsabilità o del “tutti colpevoli, nessuno colpevole”. Nell’occasione Gabrielli ha rispiegato come funzione il sistema di Protezione civile che come stabilito dalla riforma del titolo V della Costituzione è materia concorrente con responsabilità dello stato e degli enti locali. Nello specifico il Capo della Protezione civile ha ricordato la filiera di responsabilità del sistema di allerta e ha fatto riferimento alla direttiva del 2004 che non tutte le istituzioni locali stanno rispettando. «Considero criminale che si consenta l’abitabilità dei seminterrati, soprattutto in zone a rischio esondazione: questi sono i presupposti che ci portano a raccattare morti in giro per l’Italia», ha sottolineato Gabrielli che poi ha annunciato che la Protezione Civile renderà pubblici gli “avvisi di criticità”, ossia le allerta inviate ogni giorno alle Regioni.
Sul tema dei finanziamenti, Gabrielli ha sottolineato come molto spesso la mancanza di interventi per la messa in sicurezza del dissesto idrogeologico non sia un problema di risorse. «Ho verificato quanti miliardi sono stati imputati a progetti. Tra fondi comunitari, fondi ex Fas, fondi di coesione e fondi regionali sono 2 miliardi e mezzo, dei quali sono stati spesi 400 milioni – ha spiegato Gabrielli – inoltre dei 600 milioni del fondo Apq (Accordo di programma quadro sul dissesto idrogeologico), abbiamo visto che ci sono Regioni che hanno speso lo 0,1%, molto probabilmente il compenso al commissario che doveva fare qualcosa e non ha fatto». Il Capo della Protezione civile ha poi ricordato che, anche se l’Italia diventasse un paese virtuoso a partire da oggi, per la messa in sicurezza del territorio «occorreranno anni ed anni», sia per un problema di meccanismi di spesa sia per i tempi tecnici di progettazione e realizzazione delle opere. In sintonia con Gabrielli si è trovato il presidente della commissione Ambiente territorio e lavori pubblici della Camera, Ermete Realacci: «Chiara e puntuale la relazione del Prefetto Gabrielli, sull’alluvione e le criticità idrogeologiche che hanno tragicamente colpito la Sardegna. Un dramma figlio sì di un evento climatico straordinario, ma anche della cattiva gestione del territorio, dell’abuso nel consumo di suolo, delle carenze di pianificazione e della mancanza di una diffusa cultura della protezione civile. Carenze che hanno scatenato polemiche poco fondate sul nostro sistema di previsione e allertamento, polemiche che rappresentano in realtà una foglia di fico delle inefficienze nazionali. Al di là del grave e noto fatto che varie Regioni, tra cui la Sardegna, non hanno Centri funzionali decentrati (Cfd) pienamente funzionanti, infatti, il nostro sistema di previsione e allertamento è efficiente ma non basta l’allerta: servono anche piani di emergenza da applicare sul territorio».
Realacci si è trovato d’accordo anche su alcuni passaggi “forti” della relazione del prefetto:  «D’accordo con Gabrielli: rispetto per i morti è anche lavorare per evitarne altri. Non è accettabile che ci siano persone che muoiono perché si trovano in macchina, o in un seminterrato, mentre è in corso un evento alluvionale. Per evitare di piangere altre vittime innocenti bisogna mettere in atto serie e coerenti politiche di prevenzione e messa in sicurezza del nostro fragile territorio. Necessario anche, come chiede una risoluzione di cui sono primo firmatario approvata all’unanimità da questa Commissione, stanziare già dalla Legge di Stabilità 500 milioni annui per la difesa del suolo e rivedere il Patto di Stabilità interno per consentire così agli Enti Locali che hanno risorse di investirle in interventi di prevenzione e manutenzione del territorio e di contrasto al dissesto idrogeologico. Ma serve un passo ulteriore: come proposto dal prefetto Gabrielli serve un patto sociale tra istituzioni e cittadini sui temi della protezione civile».

martedì 26 novembre 2013

Alluvione ad Aulla, indagati sindaci e tecnici

Pubblicato su Il Tirreno (leggi articolo originale)

AULLA. La procura di Massa-Carrara ha indagato 13 persone, amministratori, dirigenti e tecnici comunali per l’alluvione che devastò la Lunigiana, e in particolare la zona di Aulla il 25 ottobre 2011. Ieri gli indagati sono stati tutti invitati a presentarsi presso le caserme dei carabinieri per ritirare l'avviso di conclusione delle indagini preliminari loro carico. Si tratta dell'ex presidente della Provincia, Osvaldo Angeli, attualmente commissario della stessa; i dirigenti provinciali Giovanni Menna, Gianluca Barbieri e Stefano Michela; gli ex sindaci di Aulla, Lucio Barani (attualmente parlamentare di Forza Italia) e Roberto Simoncini (storico delfino di Barani); il dirigente comunale Franco Testa, che si occupava di urbanistica e lavori pubblici; l'ex dirigente comunale Giuseppe Lazzerini, ora direttore generale dell'Erp di Massa Carrara (l'ente delle case popolari); il dirigente comunale alla Protezione civile, Mauro Marcelli; l'ex vice sindaco e assessore all'urbanistica, Gildo Bertoncini; l'ex dirigente comunale all'urbanistica e ai lavori pubblici, Ivano Pepe (tra l'altro già indagato nell'inchiesta sui tre ponti che dovranno sostituire quelli crollati in Lunigiana); l'ex sindaco di Bagnone, il geologo Piero Pierini; l'ex assessore comunale alla Protezione civile, Giovanni Chiodetti.
Per loro le ipotesi di reato sono omicidio colposo e disastro colposo, visto che il mostro di acqua e fango che invase Aulla uccise due persone, devastando scuole,e case popolari, negozi e trascinando via centinaia di auto e mettendo a rischio la vita di decine e decine di persone. Una tragedia autentica, che ha cambiato (in peggio) la vita di centinaia di persone e che ha provocato una distruzione mai vista dopo la seconda guerra mondiale. Nel mirino della procura, in particolare, vi sono i permessi rilasciati per permettere di costruire anche nelle aree golenali del Magra; inoltre, è emerso che a collassare il 25 ottobre 2011 sarebbe stata la cassa di espansione della Chiesaccia di Villafranca: non sarebbe stata collaudata, eppure quel giorno era aperta. Aulla venne colpita dalla valanga d’acqua riversatasi nel Magra dal vascone e dai 300mila metri cubi di acqua piovuti in poche ore. Infine, il sistema di Protezione civile non avrebbe funzionato e il Comune avrebbe avuto un comportamento non all’altezza della situazione. Gianluca Uberti

Sardegna, dopo l’alluvione in arrivo prestiti a imprese e famiglie

Pubblicato su formiche.net (leggi articolo originale)

Dopo le inondazioni, in Sardegna si comincia a pensare alla ricostruzione. Approvato un piano per la concessione di prestiti agevolati a privati e imprese.

Il dramma è ancora vivo nelle menti di chi lo ha vissuto e per ora nulla potrà lenire il dolore. È necessario però risollevarsi e cominciare a ricostruire ciò che è stato distrutto, per permettere a chi è rimasto di continuare a vivere. A questo scopo bisogna innanzitutto stanziare dei fondi, sotto forma di prestiti con tassi agevolati per chi deve affrontare il difficile percorso della ricostruzione.

A questo serviranno i cento milioni di euro che Banco di Sardegna, Banca Sassari e Sardleasing hanno deciso di erogare per favorire la concessione di finanziamenti bancari a tassi agevolati sia per le imprese che per le famiglie colpite dall’alluvione del 18 novembre.


Il piano di intervento permetterà alle imprese potranno accedere a prestiti agevolati con tassi dimezzati rispetto a quelli applicati normalmente, dal 2,7% a un massimo del 4%. Inoltre gli imprenditori potranno chiedere la rinegoziazione di mutui già accesi e prestiti chirografari, per i quali l’unica garanzia richiesta è la firma del beneficiario, per far ripartire le attività.

I privati, invece, potranno richiedere prestiti agevolati fino a un massimo di 30mila euro. Il finanziamento erogato dovrà essere finalizzato alla ricostruzione o alla ristrutturazione delle abitazioni danneggiate dall’alluvione.

Inoltre, coloro che hanno un mutuo in corso potranno beneficiare della sospensione del pagamento della rata per un anno, a partire dalla prossima rata di dicembre.

Le attività di istruttoria, ossia di verifica della presenza delle condizioni necessarie ad ottenere la concessione del prestito, saranno, per decisione delle banche, meno severe e approfondite del consueto.

I tre istituti di credito coinvolti nel piano di aiuti alla Regione, inoltre, hanno previsto anche lo stanziamento di denaro a fondo perduto per sostenere la ricostruzione.

Infine, sia Banco di Sardegna che Banco di Sassari hanno provveduto ad aprire due conti correnti destinati a ricevere le donazioni offerte per aiutare le popolazioni colpite. Entrambi i conti correnti saranno esenti da costi di commissione.

Giuseppe Cuccurese, direttore della Banca di Sardegna, ha commentato: “Il sistema bancario sardo è presente. Se abbiamo aspettato qualche giorno in più a rendere note le nostre iniziative, è stato per la necessità di capire fino in fondo la portata del problema, mettere in piedi interventi alternativi a quelli pubblici ed evitare spot inutili”.

“Lascia senza parole che, a novembre 2013, muoiano 16 persone per una cosa del genere”, ha concluso Paolo Porcu, direttore generale della Banca di Sassari.

L’impegno delle banche sarde in favore della popolazione, però, non si ferma qui: si stanno infatti studiando ulteriori iniziative, in collaborazione con Sfirs e Confidi.

Si spera che anche altri istituti di credito seguano l’esempio delle banche sarde, come ad esempio Mediolanum, che ha già fatto sapere che provvederà allo stanziamento di un fondo di 500mila euro a favore delle famiglie che abbiano subito danni ingenti.

Inoltre le persone colpite potranno ottenere la sospensione mutuo e delle rate di prestiti per una tempistica pari a 12 mesi.

lunedì 25 novembre 2013

Alluvione del '66: Donati a Firenze 102 scatti inediti a colori

Pubblicato su Agipress (leggi articolo originale)

L'omaggio all'archivio storico del Comune di Joe Blaustein, professore dell'Università della California, casuale reporter di quell'evento tragico. Dal 28 novembre le immagini più belle in mostra alle Oblate
FIRENZE - Centodue scatti sull'alluvione di Firenze del 1966, fino ad oggi inediti, e a colori. Li ha donati alla città e in particolare all’Archivio storico del Comune di Firenze, Joe Blaustein, pittore, pubblicitario, fotografo, filmaker e professore all’Università della California Ucla, che nel novembre di 47 anni fa si trovò per caso in città. La cerimonia e la presentazione dell’evento si sono svolti a Palazzo Coppini, sede storica della Fondazione Romualdo Del Bianco – Life beyond turism, da sempre impegnata nella valorizzazione del patrimonio culturale della città. Erano presenti lo stesso Joe Blaustein, arrivato per l’occasione dagli Usa; Sergio Givone, assessore alla cultura del Comune; Carlo Francini responsabile dell’Ufficio Unesco del Comune; Luca Brogioni per l’Archivio storico e Simone Giometti, segretario generale della Fondazione Romualdo Del Bianco.
Joe Blaustein arrivò a Firenze il 3 novembre del 1966 con la moglie incinta. Era venuto in Italia con un gruppo di responsabili della General Electric della quale aveva curato l’immagine e la campagna pubblicitaria. La notte stessa dell’arrivo l’Arno ruppe gli argini. Joe Blaustein alloggiava in un albergo in Lungarno Archibuseri e, mentre assisteva impotente alla tragedia, con la sua macchina scattò immagini salienti dei momenti in cui l’acqua cresceva, travolgeva il Ponte Vecchio, si spandeva nelle strade. Quando le acque cominciarono a ritirarsi immortalò le devastazioni e la faticosa opera di ripulitura. L’alluvione è un momento certamente molto documentato, ma rarissime sono le foto a colori. L’Archivio storico e l’ufficio Unesco del Comune di Firenze hanno organizzato una mostra fotografica di oltre 40 delle sue più belle e significative fotografie, stampate su pannelli 50x50, che saranno esposti nella sala storica della Biblioteca delle Oblate. L’inaugurazione è prevista giovedì 28 novembre alle 12 (orario: lunedì 14-19; dal martedì al sabato 9-22. Ingresso libero). Questa manifestazione si inserisce nelle attività per il XXXI anniversario della dichiarazione del Centro Storico di Firenze Patrimonio Mondiale Unesco e ne inaugura il ciclo che si svolgerà per tutto il mese di dicembre.
Sul sito dell’Archivio storico del Comune di Firenze www.comune.fi.it/archiviostorico sono pubblicati il racconto originale di Joe Blaustein e una gallery di anteprima delle foto in mostra. “Siamo abituati - ha sottolineato l’assessore Givone - a vedere l’alluvione del ’66 in bianco e nero, dato che allora le pellicole a colori erano rare e molto costose. Grazie al regalo dell’artista Joe Blaustein, invece, Firenze può tornare a vedere a colori quei drammatici eventi”.

Agipress

martedì 5 novembre 2013

Anniversario alluvione Marina di Campo: aspettando i rimborsi.

Il giorno 7 novembre 2011 il territorio del comune di Campo nell'Elba fu colpito da un violentissimo temporale, in 3 ore scesero 285 millimetri di pioggia che provocarono diversi straripamenti di torrenti e fossi. Nelle frazioni di Cavoli, S.Piero e il capoluogo Marina di Campo ci furono quasi 300 aziende allagate, 438 veicoli danneggiati, 678 abitazioni private colpite. Crollò un ponte sulla provinciale per S.Piero, il lungomare e le spiagge di Marina di Campo e Cavoli vennero completamente stravolti nel loro aspetto fisico; a Marina di Campo ci furono 2 vittime e 4 feriti, oltre 105 nuclei familiari sfollati presso hotel o parenti.
Per i primi 3 giorni in certe zone mancò la corrente elettrica, l'acqua ristagnò nelle zone più depresse e molti abitanti furono riforniti di generi alimentari dalla Protezione Civile e dai volontari accorsi da tutta l'Elba. Una colonna di aiuti in partenza per dare il cambio a volontari elbani già partiti soccorrere la Lunigiana colpita il 25 ottobre venne dirottata su Marina di Campo.
La macchina degli aiuti immediati si mosse benissimo nelle prime due settimane, poi quando è cominciata la trafila burocratica per avere aiuti economici si ebbero le prime amare sorprese. A eccezione di un immediato aiuto della Camera di Commercio di Livorno che stanziò e distribuì circa 120.000 euro alle aziende molto tempo si è poi dovuto aspettare per avere effettivi aiuti economici. Lo stesso slittamento di 6 mesi dei pagamenti tributari venne affrontato con ambiguità, di fatto la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della possibilità del rinvio delle tasse avvenne a scadenza ormai arrivata.
La palude della burocrazia in pratica si era sostituita al fango dell'alluvione.
Certificare i danni diventò un vero calvario fatto di carta di fotocopie e raccomandate a tutti gli Enti. Le automobili dei privati verranno risarcite dopo un anno e mezzo. Le aziende chiuderanno l'istruttoria il 30 novembre prossimo e forse vedranno i contributi arrivare nei primi mesi del 2014. Le famiglie stanno ancora aspettando un piccolo bonus alluvione deliberato dal Comune di Campo che ha stanziato un piccolo budget da sommarsi alle donazioni di privati pervenute alla Banca dell'Elba. Nessun Ente pubblico autorizzò sconti sulle proprie tasse palesi o nascoste a favore degli alluvionati. Arrivò subito la "tassa sui fossi" e chi acquistò un auto usata per sostituire l'auto perduta nell'alluvione dovette pagare la tassa provinciale di passaggio di proprietà, la famigerata Imu sarà applicata sugli immobili alluvionati, nessun aiuto era previsto per acquistare nuovi arredi ed elettrodomestici per le famiglie che avevano perso tutto in quel diluvio del 7 novembre. Nei primi momenti operò un altro comitato per gestire i casi delle famiglie più bisognose per il reperimento di mobili ed elettrodomestici usati o a prezzi contenuti e gestire alcune piccole somme di donazioni; poi tutto è rallentato.
I privati dichiareranno 50 milioni di danni subiti alle abitazioni, auto e aziende.
Un'attività artigianale e commerciale, un forno con annesso spaccio, rimarrà chiuso per lavori di ristrutturazione per oltre un anno e mezzo. Molti di quei 50 milioni di danni denunciati non sono contemplati come rimborsabili nei fondi stanziati, sono stati stanziati complessivamente circa 5 milioni di euro. Chi ha intonacato la casa con l'aiuto di amici non potrà vedersi rimborsati neppure i soldi spesi per cemento e vernici. Solo i lavori di ristrutturazione con fattura e rigorosa tracciabilità dei pagamenti sono ammessi a rimborso, questo di fatto esclude ogni lavoro svolto in economia sia di privati che di aziende. Poi si aprirà come ultimo capitolo quello dell'esibizione del Durc, il documento di regolarità contributiva, ma come può un'azienda alluvionata e in difficoltà economica rispettare tutte le date del pagamento delle tasse per due lunghissimi anni? La paura è che dei soldi stanziati potrebbero arrivarne a destinazione ancora meno, una tassa non pagata, un pagamento fatto in contanti entro i termini di legge dei mille euro, una voce in fattura contestabile tutto potrà contribuire a rendere vane le aspettative degli imprenditori colpiti dall'alluvione.
Queste problematiche le abbiamo discusse e confrontate con gli alluvionati della Lunigiana e di Albinia, sono intercorsi scambi di mail, telefonate e condivisioni sulle pagine facebook dei rispettivi comitati alluvione. Tre alluvioni ma sempre gli stessi problemi: siamo sicuri che questo sia il miglior modo di aiutare le famiglie e le imprese alluvionate? Aspettare un anno quando va bene e oltre 2 anni quando va male, è un tempo esageratamente lungo per chi deve affrontare anche la stretta creditizia delle banche a famiglie e aziende. Chi può fare credito a una coppia di pensionati di 80 anni che abbiano necessità di un prestito per risistemare la propria casa?
Il discorso sulla difficoltà di poter ottenere gli aiuti è lungo e articolato: certo bisogna scoraggiare i furbi, ma certamente il meccanismo dei rimborsi ha scoraggiato e umiliato gli onesti. Una giornalista ci ha rivolto una domanda: quale sarà l'azienda che riceverà il maggiore aiuto? Il nostro sospetto è che una delle aziende che beneficerà maggiormente degli aiuti sia Sviluppo Toscana, l'azienda incaricata dell'intricata istruttoria dei rimborsi alle aziende.
 
saluti
il Paolo Franceschetti - comitato7novembre2011
338 83 17 407