La Rete Nazionale

Non ci fermeremo fino a quando non avremo il risarcimento dei danni e la messa in sicurezza del territorio

delle comunità dei fiumi e dei corsi d'acqua

Non ci fermeremo fino a quando non avremo il risarcimento dei danni e la messa in sicurezza del territorio

Per la prevenzione e la gestione consapevole del territorio

Non ci fermeremo fino a quando non avremo il risarcimento dei danni e la messa in sicurezza del territorio

La messa in sicurezza ed una protezione civile partecipata

Non ci fermeremo fino a quando non avremo il risarcimento dei danni e la messa in sicurezza del territorio

Il rispetto dei diritti delle comunità colpite

Non ci fermeremo fino a quando non avremo il risarcimento dei danni e la messa in sicurezza del territorio

sabato 21 dicembre 2013

Governo Letta: gli auguri te li fanno gli alluvionati del Metapontino

 
Comitato per la Difesa delle TerreJoniche
info: 3466483882


Auguri di Buon Natale 2013 al Governo Letta ed al Parlamento Gli alluvionati del Metapontino, a 78 giorni dall'alluvione del 8 Ottobre, ve li faranno in mobilitazione in una tenda davanti alla Prefettura di Matera, per ringraziarvi di non avere ancora avuto risposte. Non sperate di cavarvela cosi: 
Ricominciamo e non ci fermiamo fino a quando non avrete riconosciuto lo Stato d'Emergenza e stanziato le somme dovute 

Domenica 22 ore 17 Sala Consigliare di Marconia, Assemblea organizzativa Lunedi 23 dalle ore 10 a Matera in Piazza Vittorio Veneto, Mobilitazione ad oltranza


Riprende la mobilitazione del Comitato TerreJoniche, di fronte all'ignavia del Governo ed alla pochezza della capacità di risposta del Parlamento, gli alluvionati passeranno il Natale in mobilitazione, per dare gli auguri a modo loro al Governo Letta di fronte alla Prefettura di Matera. "Il Comitato ha preso atto in questi giorni dell'apertura di una serie di spazi di confronto con il nuovo Presidente della Regiona Basilicata Marcello Pittella e con le forze politiche regionali e nazionali ma per discutere di strategia e impostare i piani di prevenzione e recupero delle risorse di cui c'è assoluto bisogno, occorre evitare prima che il malato muoia" ha dichiarato Gianni Fabbris "Oggi il rischio grande delle comunità alluvionate del Metapontino di tanta parte delle famiglie e delle attività economiche colpite da ben tre alluvioni in meno di tre anni, è quello di soccombere se non si interviene d'urgenza. E' moralmente inaccettabile e politicamente gravissimo che il Governo non abbia ancora dichiarato lo Stato d'emergenza per la Basilicata e non abvbia ancora messo un'euro per l'alluvione dell'8 Ottobre. Non ci stiamo, torniamo in mobilitazione e non ci fermeremo fino a che non ci venga riconosciuto l'atto dovuto come è stato fatto per altri".
Questo è il documento adottato dal Coordinamento del Comitato per la Difesa delle TerreJoniche nell'ultima riunione che indice la mobilitazione di Natale per la dignità e la giustizia.  
"Eravamo stati a Roma nei giorni scorsi per sapere da Parlamento e Governo come stavano le cose, quante risorse erano previste sulla legge di stabilità, perchè non era ancora stato riconosciuto lo stato di emergenza per la Basilicata per l'alluvione del 7/8 Ottobre 2013 e perchè il Parlamento e le forze politiche permettono che in Italia continuano a determinarsi alluvioni di serie A e B. Eravamo arrivati con buoni argomenti, dal punto di vista logico persino inoppugnabili; uno sopra tutti: in Sardegna nel caso dell'ultima alluvione, opportunamente, per fortuna e con grande slancio, il Presidente Letta aveva convocato entro 24 il Consiglio dei Ministri e, senza aver ricevuto alcuna "carta" dalla Regione Sardegna dove tutti erano impegnati a spalare fango ed a contenere l'acqua che ancora faceva danni e morti, dichiarava lo Stato d'Emergenza, stanziava i primi 20 Milioni di Euro per le prime necessità urgenti, prometteva fondi per intervenire (senza sapere di quanto sarebbero stati i danni) e dichiarava il lutto nazionale. Abbiamo chiesto ai nostri interlocutori: come è possibile che per l'alluvione del 7/8 Ottobre 2013 la Basilicata non abbia avuto ancora dichiarato lo Stato d'Emergenza e non abbia avuto un Euro dal Governo? I Parlamentari hanno convenuto con noi che non era tollerabile e che sarebbero intervenuti anche perchè "sembrava" che il Governo avesse fatto sapere di un imminente (sic!) riconoscimento dello Stato d'Emergenza per la Basilicata con un primo stanziamento di 6,5 milioni di Euro. E' passata una settimana e di quel provvedimento non c'è traccia. Per quanto ne sappiamo noi è sparito. Avevamo anche chiesto ai Parlamentari che fossero previste nella Legge di Stabilità in discussione in Parlamento le somme necessarie per affrontare le emergenze da alluvione in Basilicata; oggi prendiamo atto che nella Legge licenziata alla Camera e che diventerà definitiva lunedi prossimo al Senato, sono stati previsti per il 2014 50 milioni di Euro per tutte le alluvioni dal 2009 ad oggi (circa 20) ed altri 50 per ognuna delle annualità successive. Come dire "poco più di un caffè a fronte di miliardi di Euro di danni".
Se ci fosse stato bisogno di una conferma alla denuncia che abbiamo presentato ai Presidenti Boldrini e Grasso, sulla intollerabile situazione di illegalità costituzionale per cui in Italia si continuano a determinare risposte di Serie A e di Serie B quando ci sono disastri ambientali è proprio quello che sta accadendo nelle risposte (non risposte in realtà) che si stanno dando alle alluvioni di Puglia e Basilicata. La discrezionalità della politica sceglie sulla base di criteri di opportunità politica e della capacità dei gruppi dirigenti locali di farsi valere. Evidentemente i gruppi dirigenti lucani (a cominciare di quanti stanno al Governo ma anche di quanti siedono nelle opposizioni) contano poco e il fatto che la Basilicata abbia risorse strategiche come l'acqua e il petrolio merita solo l'offeso e lo schiaffo alla nostra dignità. Da Lunedi torniamo in mobilitazione e lo faremo a Matera in Piazza Vittorio Veneto davanti alla Prefettura, scegliendo di passare il Natale in strada, ovvero nel luogo in cui ci ha ricacciato la irresponsabilità della politica ed in particolare del Governo. Ci saremo ad oltranza fino a quando non avremo ottenuto il diritto minimo che spetta ad ogni comunità alluvionata, il primo passo che qualsiasi Governo serio avrebbe assunto da temo: il riconoscimento per l'alluvione dell'8 Ottobre dello stato d'emergenza con i primi fondi per gli interventi d'urgenza. Ci saremo con la massima pressione di cui saremo capaci, contando sul sostegno e il contributo della comunità materana, dei cittadini, delle associazioni, delle istituzioni e delle forze sociali e sindacali. Ci contiamo perchè sappiamo che la nostra battaglia per la messa in sicurezza del territorio ed i risarcimenti a quanti sono stati colpiti non è un fatto privato di quanti hanno subito danni questa volta o potranno subirne la prossima ma riguarda la dignità ed i diritti di tutta la comunità ad un territorio tutelato ed a vivere in un contesto civilmente degno." Sulla base di questo documento, per organizzare le iniziative ed articolare le forme di lotta , è convocata l'assemblea pubblica nella Sala Consigliare del Comune di Marconia per domenica 22 Dicembre alle ore 17,30.
Queste le prime proposte che verranno discusse in assemblea per essere articolate ed adottate:
Matera, Piazza Vittorio Veneto
- Lunedi 23 Dicembre 0re 10: conferenza stampa e costituzione del Presidio e della tenda
- Lunedi 23 Dicembre - mattinata - consegna di un documento alla Prefettura
- Lunedi 23 Dicembre Ore 17: Incontro con le Associazioni, le organizzazioni ed i movimenti lucani .
- Lunedi 23 Dicembre Ore 18,30: Assemblea pubblica in Piazza Vittorio Veneto
- Martedi 24 Dicembre Inizio di uno sciopero della fame che procederà ad oltranza fino a quando
- Martedi 24 Dicembre iniziative nella Città di Matera e nei Comuni interessati
- Martedi 24 Dicembre - Sera - Celebrazione del Santo Natale con gli alluvionati del Metapontino
- Mercoledi 25 Dicembre - Invito ai cittadini ed alla stampa ad incontrare in Piazza Vittorio Veneto le persone che fanno lo sciopero della fame e la comunità degli alluvionati, concerto serale di solidarietà
- Mercoledi 26 Dicembre - Assemblea in piazza e proiezione pubblica di materiali.

Le iniziative potranno evidentemente essere integrate e modificate ma proseguiranno ad oltranza fino a quando il Consiglio dei Ministri non avrà riparato all'odioso ritardo ed allo schiaffo a tutta la comunità lucana. Tutte le istituzioni sono invitate a partecipare.

mercoledì 27 novembre 2013

Dare gli stessi diritti agli alluvionati dell'isola d'Elba e della Lunigiana

 Pubblicato su albareport (leggi articolo originale)

Paolo Franceschetti si era rivolto al Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi con una lettera tramite la quale chiedeva conto della procedura di rimborso dei danni patiti dagli elbani nel corso dell'alluvione del 2011. Il Governatore Rossi risponde in questi termini:

Gentile Signor Franceschetti,
ho ricevuto la sua mail e mi sono informato presso gli uffici regionali competenti i quali mi confermano che con l'Ordinanza del Presidente della Giunta Regionale n. 30 del 08 maggio 2012 le risorse destinate ai contributi per i danni subiti da privati ed imprese sono state quantificate nel seguente modo:
- Euro 500.000 come contributo danni privati;
- Euro 4.600.000 come contributo danni imprese (detto importo è stato prima di Euro 2.420.000 poi ridotto a Euro 2.377.145 a causa della riduzione delle risorse statali e successivamente – agosto 2013 – la Regione ha stanziato ulteriori 2.200.000 milioni di euro).
Lo stanziamento detto sopra ci permette di rimborsare alle imprese il 100% del contributo ammesso.
Per quanto riguarda il contributo ai privati al momento è stata attivata la procedura per il rimborso dei danni subiti da beni mobili registrati (auto, moto) ad oggi in fase di conclusione. Una volta conclusa la suddetta procedura potrà essere avviato, seguendo le segnalazioni danni che il Comune di Campo nell'Elba fornirà alla Regione, l'iter per la determinazione dei contributi relativi ai beni immobili (abitazioni private) inizialmente a valere sulle risorse rimanenti dalla procedura per i beni mobili registrati.
Ulteriori risorse potrebbero essere recuperate dalle economie generate dagli interventi previsti dal Piano degli interventi approvato con la suddetta OPGR 30/2012, che alla fine della gestione commissariale 22 settembre 2014 torneranno nella disponibilità della Regione.
Sperando di averle dato infromazioni utili a quanto da lei segnalato le porgo i miei più cordiali saluti,
Enrico Rossi

Alle argomentazioni di Rossi, Franceschetti replica con una nuova missiva il cui testo riportiamo qui di seguito:

Gentile Signor Presidente,
La ringrazio per la cortese risposta contenente in realtà cose già conosciute ai cittadini vittime di alluvione del 7 novembre 2011. Quello che teniamo a sottolineare è che in Lunigiana siano stati stanziati 4,1 milioni di euro per risolvere le necessità di chi avesse perduto casa per inagibilità o dovuto ristrutturare l'immobile danneggiato negli impianti idraulici ed elettrici; fortunatamente all'Elba casi di inagibilità non ne abbiamo registrati, ma rimane il fatto che decine e decine di abitanti abbiano soggiornato fuori dalle proprie abitazioni per mesi al fine di potervi svolgere ingenti lavori a impianti elettrici, idraulici e murari.
Sappiamo bene che la legge delle "tasse sulle disgrazie" abbia messo in difficoltà le Regioni, ma veda Lei come risolvere i rapporti tra Stato e Regione, quello che non tollereremo come cittadini italiani e toscani è quello di essere trattati con discriminazione.
L'iva sul riacquisto dei nostri materassi e arredi l'abbiamo pagata allo Stato, le accise sulla benzina le abbiamo pagate alla Regione, le tasse sui passaggi di proprietà delle auto usate acquistate per sostituire le auto perdute le abbiamo versate alla Provincia, abbiamo pagato l'IMU al comune e persino la Tassa sui Fossi al consorzio di bonifica.
Lo stesso pronunciamento dell'aprile 2011 della Corte Costituzionale di illegittimità sulla legge 10/2011 pone anche un quesito sul periodo di tassazione mediante le accise sulla benzina imposto ai cittadini toscani, periodo terminato soltanto al 1° di ottobre dello stesso anno per decisione della Giunta Regionale.
Vorremmo ribaltare il principio kafkiano in cui siamo precipitati: essere tassati prima, talvolta anche in modo anticostituzionale, per essere risarciti poi.
Chiediamo perciò di essere equiparati nel trattamento dei rimborsi ai cittadini della Lunigiana e La preghiamo di reperire i fondi che possano, proporzionalmente a quanto già erogato in Lunigiana, rimborsare le vittime della nostra alluvione entro tempi ragionevoli.
Come Comitato siamo in costante contatto con altri comitati di tutte le regioni di Italia, anche con gli alluvionati della Maremma che hanno appena deciso di usare anche le vie legali per vedersi riconosciuto il danno subito dal mancato allarme. Il suo intervento in Lunigiana è forse stato uno dei migliori in Italia dal febbraio 2011, data dell'entrata in vigore della Legge 10/2011 meglio conosciuta come "tassa sulle disgrazie", ci permetta però di ricordarle che l'Iter dei rimborsi per la nostra alluvione ha viaggiato con tempi e investimenti molto diversi da quelli della Lunigiana seppur accaduta appena 2 settimane prima, sapere di non avere ancora stanziato un fondo per i risarcimenti alle abitazioni è per noi fonte di grande preoccupazione sui tempi ancora da attendere per chiudere la questione rimborsi con almeno 12 o 18 mesi di ritardo rispetto alla Lunigiana.
Mi creda, è difficile far capire cosa sia un OPCM o un OPGR a chi stia pagando gli interessi su fidi, mutui e prestiti per aver recuperato la propria prima abitazione o cosa sia la legge 10/2011 e perché far pagare le accise illegittime anche agli alluvionati stessi.
Altri hanno già ottenuto ciò che noi non abbiamo avuto, questo è il "percepito popolare".
In attesa del ripristino di un equo spirito di solidarietà nazionale, principio con il quale ci troviamo certamente d'accordo, l'occasione ci è grata per porgerLe i nostri più distinti saluti.
Paolo Franceschetti

Realacci: Rispetto per i morti è anche lavorare per evitarne altri

 Pubblicato su greenreport (leggi articolo originale)

La commissione Ambiente della Camera ha sentito oggi in audizione il capo del dipartimento della Protezione civile, Franco Gabrielli, in merito all’alluvione che ha colpito nei giorni scorsi la Sardegna. Il prefetto ha introdotto dicendo che le questioni principali riguardanti la tragedia vissuta in Sardegna sono sostanzialmente tre: la prima è inerente il governo dissennato del territorio, che è stato violato tra abusivismi, condoni e tombamenti di corsi d’acqua. La seconda questione riguarda l’eccezionalità dell’evento: in 12-15 ore sono caduti 467 mm di pioggia quanti ne cadono in 6 mesi. La terza questione è invece attinente alle polemiche definite “becere” sul sistema di allerta della Protezione civile, con l’esercizio dello scarico di responsabilità o del “tutti colpevoli, nessuno colpevole”. Nell’occasione Gabrielli ha rispiegato come funzione il sistema di Protezione civile che come stabilito dalla riforma del titolo V della Costituzione è materia concorrente con responsabilità dello stato e degli enti locali. Nello specifico il Capo della Protezione civile ha ricordato la filiera di responsabilità del sistema di allerta e ha fatto riferimento alla direttiva del 2004 che non tutte le istituzioni locali stanno rispettando. «Considero criminale che si consenta l’abitabilità dei seminterrati, soprattutto in zone a rischio esondazione: questi sono i presupposti che ci portano a raccattare morti in giro per l’Italia», ha sottolineato Gabrielli che poi ha annunciato che la Protezione Civile renderà pubblici gli “avvisi di criticità”, ossia le allerta inviate ogni giorno alle Regioni.
Sul tema dei finanziamenti, Gabrielli ha sottolineato come molto spesso la mancanza di interventi per la messa in sicurezza del dissesto idrogeologico non sia un problema di risorse. «Ho verificato quanti miliardi sono stati imputati a progetti. Tra fondi comunitari, fondi ex Fas, fondi di coesione e fondi regionali sono 2 miliardi e mezzo, dei quali sono stati spesi 400 milioni – ha spiegato Gabrielli – inoltre dei 600 milioni del fondo Apq (Accordo di programma quadro sul dissesto idrogeologico), abbiamo visto che ci sono Regioni che hanno speso lo 0,1%, molto probabilmente il compenso al commissario che doveva fare qualcosa e non ha fatto». Il Capo della Protezione civile ha poi ricordato che, anche se l’Italia diventasse un paese virtuoso a partire da oggi, per la messa in sicurezza del territorio «occorreranno anni ed anni», sia per un problema di meccanismi di spesa sia per i tempi tecnici di progettazione e realizzazione delle opere. In sintonia con Gabrielli si è trovato il presidente della commissione Ambiente territorio e lavori pubblici della Camera, Ermete Realacci: «Chiara e puntuale la relazione del Prefetto Gabrielli, sull’alluvione e le criticità idrogeologiche che hanno tragicamente colpito la Sardegna. Un dramma figlio sì di un evento climatico straordinario, ma anche della cattiva gestione del territorio, dell’abuso nel consumo di suolo, delle carenze di pianificazione e della mancanza di una diffusa cultura della protezione civile. Carenze che hanno scatenato polemiche poco fondate sul nostro sistema di previsione e allertamento, polemiche che rappresentano in realtà una foglia di fico delle inefficienze nazionali. Al di là del grave e noto fatto che varie Regioni, tra cui la Sardegna, non hanno Centri funzionali decentrati (Cfd) pienamente funzionanti, infatti, il nostro sistema di previsione e allertamento è efficiente ma non basta l’allerta: servono anche piani di emergenza da applicare sul territorio».
Realacci si è trovato d’accordo anche su alcuni passaggi “forti” della relazione del prefetto:  «D’accordo con Gabrielli: rispetto per i morti è anche lavorare per evitarne altri. Non è accettabile che ci siano persone che muoiono perché si trovano in macchina, o in un seminterrato, mentre è in corso un evento alluvionale. Per evitare di piangere altre vittime innocenti bisogna mettere in atto serie e coerenti politiche di prevenzione e messa in sicurezza del nostro fragile territorio. Necessario anche, come chiede una risoluzione di cui sono primo firmatario approvata all’unanimità da questa Commissione, stanziare già dalla Legge di Stabilità 500 milioni annui per la difesa del suolo e rivedere il Patto di Stabilità interno per consentire così agli Enti Locali che hanno risorse di investirle in interventi di prevenzione e manutenzione del territorio e di contrasto al dissesto idrogeologico. Ma serve un passo ulteriore: come proposto dal prefetto Gabrielli serve un patto sociale tra istituzioni e cittadini sui temi della protezione civile».

martedì 26 novembre 2013

Alluvione ad Aulla, indagati sindaci e tecnici

Pubblicato su Il Tirreno (leggi articolo originale)

AULLA. La procura di Massa-Carrara ha indagato 13 persone, amministratori, dirigenti e tecnici comunali per l’alluvione che devastò la Lunigiana, e in particolare la zona di Aulla il 25 ottobre 2011. Ieri gli indagati sono stati tutti invitati a presentarsi presso le caserme dei carabinieri per ritirare l'avviso di conclusione delle indagini preliminari loro carico. Si tratta dell'ex presidente della Provincia, Osvaldo Angeli, attualmente commissario della stessa; i dirigenti provinciali Giovanni Menna, Gianluca Barbieri e Stefano Michela; gli ex sindaci di Aulla, Lucio Barani (attualmente parlamentare di Forza Italia) e Roberto Simoncini (storico delfino di Barani); il dirigente comunale Franco Testa, che si occupava di urbanistica e lavori pubblici; l'ex dirigente comunale Giuseppe Lazzerini, ora direttore generale dell'Erp di Massa Carrara (l'ente delle case popolari); il dirigente comunale alla Protezione civile, Mauro Marcelli; l'ex vice sindaco e assessore all'urbanistica, Gildo Bertoncini; l'ex dirigente comunale all'urbanistica e ai lavori pubblici, Ivano Pepe (tra l'altro già indagato nell'inchiesta sui tre ponti che dovranno sostituire quelli crollati in Lunigiana); l'ex sindaco di Bagnone, il geologo Piero Pierini; l'ex assessore comunale alla Protezione civile, Giovanni Chiodetti.
Per loro le ipotesi di reato sono omicidio colposo e disastro colposo, visto che il mostro di acqua e fango che invase Aulla uccise due persone, devastando scuole,e case popolari, negozi e trascinando via centinaia di auto e mettendo a rischio la vita di decine e decine di persone. Una tragedia autentica, che ha cambiato (in peggio) la vita di centinaia di persone e che ha provocato una distruzione mai vista dopo la seconda guerra mondiale. Nel mirino della procura, in particolare, vi sono i permessi rilasciati per permettere di costruire anche nelle aree golenali del Magra; inoltre, è emerso che a collassare il 25 ottobre 2011 sarebbe stata la cassa di espansione della Chiesaccia di Villafranca: non sarebbe stata collaudata, eppure quel giorno era aperta. Aulla venne colpita dalla valanga d’acqua riversatasi nel Magra dal vascone e dai 300mila metri cubi di acqua piovuti in poche ore. Infine, il sistema di Protezione civile non avrebbe funzionato e il Comune avrebbe avuto un comportamento non all’altezza della situazione. Gianluca Uberti

Sardegna, dopo l’alluvione in arrivo prestiti a imprese e famiglie

Pubblicato su formiche.net (leggi articolo originale)

Dopo le inondazioni, in Sardegna si comincia a pensare alla ricostruzione. Approvato un piano per la concessione di prestiti agevolati a privati e imprese.

Il dramma è ancora vivo nelle menti di chi lo ha vissuto e per ora nulla potrà lenire il dolore. È necessario però risollevarsi e cominciare a ricostruire ciò che è stato distrutto, per permettere a chi è rimasto di continuare a vivere. A questo scopo bisogna innanzitutto stanziare dei fondi, sotto forma di prestiti con tassi agevolati per chi deve affrontare il difficile percorso della ricostruzione.

A questo serviranno i cento milioni di euro che Banco di Sardegna, Banca Sassari e Sardleasing hanno deciso di erogare per favorire la concessione di finanziamenti bancari a tassi agevolati sia per le imprese che per le famiglie colpite dall’alluvione del 18 novembre.


Il piano di intervento permetterà alle imprese potranno accedere a prestiti agevolati con tassi dimezzati rispetto a quelli applicati normalmente, dal 2,7% a un massimo del 4%. Inoltre gli imprenditori potranno chiedere la rinegoziazione di mutui già accesi e prestiti chirografari, per i quali l’unica garanzia richiesta è la firma del beneficiario, per far ripartire le attività.

I privati, invece, potranno richiedere prestiti agevolati fino a un massimo di 30mila euro. Il finanziamento erogato dovrà essere finalizzato alla ricostruzione o alla ristrutturazione delle abitazioni danneggiate dall’alluvione.

Inoltre, coloro che hanno un mutuo in corso potranno beneficiare della sospensione del pagamento della rata per un anno, a partire dalla prossima rata di dicembre.

Le attività di istruttoria, ossia di verifica della presenza delle condizioni necessarie ad ottenere la concessione del prestito, saranno, per decisione delle banche, meno severe e approfondite del consueto.

I tre istituti di credito coinvolti nel piano di aiuti alla Regione, inoltre, hanno previsto anche lo stanziamento di denaro a fondo perduto per sostenere la ricostruzione.

Infine, sia Banco di Sardegna che Banco di Sassari hanno provveduto ad aprire due conti correnti destinati a ricevere le donazioni offerte per aiutare le popolazioni colpite. Entrambi i conti correnti saranno esenti da costi di commissione.

Giuseppe Cuccurese, direttore della Banca di Sardegna, ha commentato: “Il sistema bancario sardo è presente. Se abbiamo aspettato qualche giorno in più a rendere note le nostre iniziative, è stato per la necessità di capire fino in fondo la portata del problema, mettere in piedi interventi alternativi a quelli pubblici ed evitare spot inutili”.

“Lascia senza parole che, a novembre 2013, muoiano 16 persone per una cosa del genere”, ha concluso Paolo Porcu, direttore generale della Banca di Sassari.

L’impegno delle banche sarde in favore della popolazione, però, non si ferma qui: si stanno infatti studiando ulteriori iniziative, in collaborazione con Sfirs e Confidi.

Si spera che anche altri istituti di credito seguano l’esempio delle banche sarde, come ad esempio Mediolanum, che ha già fatto sapere che provvederà allo stanziamento di un fondo di 500mila euro a favore delle famiglie che abbiano subito danni ingenti.

Inoltre le persone colpite potranno ottenere la sospensione mutuo e delle rate di prestiti per una tempistica pari a 12 mesi.

lunedì 25 novembre 2013

Alluvione del '66: Donati a Firenze 102 scatti inediti a colori

Pubblicato su Agipress (leggi articolo originale)

L'omaggio all'archivio storico del Comune di Joe Blaustein, professore dell'Università della California, casuale reporter di quell'evento tragico. Dal 28 novembre le immagini più belle in mostra alle Oblate
FIRENZE - Centodue scatti sull'alluvione di Firenze del 1966, fino ad oggi inediti, e a colori. Li ha donati alla città e in particolare all’Archivio storico del Comune di Firenze, Joe Blaustein, pittore, pubblicitario, fotografo, filmaker e professore all’Università della California Ucla, che nel novembre di 47 anni fa si trovò per caso in città. La cerimonia e la presentazione dell’evento si sono svolti a Palazzo Coppini, sede storica della Fondazione Romualdo Del Bianco – Life beyond turism, da sempre impegnata nella valorizzazione del patrimonio culturale della città. Erano presenti lo stesso Joe Blaustein, arrivato per l’occasione dagli Usa; Sergio Givone, assessore alla cultura del Comune; Carlo Francini responsabile dell’Ufficio Unesco del Comune; Luca Brogioni per l’Archivio storico e Simone Giometti, segretario generale della Fondazione Romualdo Del Bianco.
Joe Blaustein arrivò a Firenze il 3 novembre del 1966 con la moglie incinta. Era venuto in Italia con un gruppo di responsabili della General Electric della quale aveva curato l’immagine e la campagna pubblicitaria. La notte stessa dell’arrivo l’Arno ruppe gli argini. Joe Blaustein alloggiava in un albergo in Lungarno Archibuseri e, mentre assisteva impotente alla tragedia, con la sua macchina scattò immagini salienti dei momenti in cui l’acqua cresceva, travolgeva il Ponte Vecchio, si spandeva nelle strade. Quando le acque cominciarono a ritirarsi immortalò le devastazioni e la faticosa opera di ripulitura. L’alluvione è un momento certamente molto documentato, ma rarissime sono le foto a colori. L’Archivio storico e l’ufficio Unesco del Comune di Firenze hanno organizzato una mostra fotografica di oltre 40 delle sue più belle e significative fotografie, stampate su pannelli 50x50, che saranno esposti nella sala storica della Biblioteca delle Oblate. L’inaugurazione è prevista giovedì 28 novembre alle 12 (orario: lunedì 14-19; dal martedì al sabato 9-22. Ingresso libero). Questa manifestazione si inserisce nelle attività per il XXXI anniversario della dichiarazione del Centro Storico di Firenze Patrimonio Mondiale Unesco e ne inaugura il ciclo che si svolgerà per tutto il mese di dicembre.
Sul sito dell’Archivio storico del Comune di Firenze www.comune.fi.it/archiviostorico sono pubblicati il racconto originale di Joe Blaustein e una gallery di anteprima delle foto in mostra. “Siamo abituati - ha sottolineato l’assessore Givone - a vedere l’alluvione del ’66 in bianco e nero, dato che allora le pellicole a colori erano rare e molto costose. Grazie al regalo dell’artista Joe Blaustein, invece, Firenze può tornare a vedere a colori quei drammatici eventi”.

Agipress

martedì 5 novembre 2013

Anniversario alluvione Marina di Campo: aspettando i rimborsi.

Il giorno 7 novembre 2011 il territorio del comune di Campo nell'Elba fu colpito da un violentissimo temporale, in 3 ore scesero 285 millimetri di pioggia che provocarono diversi straripamenti di torrenti e fossi. Nelle frazioni di Cavoli, S.Piero e il capoluogo Marina di Campo ci furono quasi 300 aziende allagate, 438 veicoli danneggiati, 678 abitazioni private colpite. Crollò un ponte sulla provinciale per S.Piero, il lungomare e le spiagge di Marina di Campo e Cavoli vennero completamente stravolti nel loro aspetto fisico; a Marina di Campo ci furono 2 vittime e 4 feriti, oltre 105 nuclei familiari sfollati presso hotel o parenti.
Per i primi 3 giorni in certe zone mancò la corrente elettrica, l'acqua ristagnò nelle zone più depresse e molti abitanti furono riforniti di generi alimentari dalla Protezione Civile e dai volontari accorsi da tutta l'Elba. Una colonna di aiuti in partenza per dare il cambio a volontari elbani già partiti soccorrere la Lunigiana colpita il 25 ottobre venne dirottata su Marina di Campo.
La macchina degli aiuti immediati si mosse benissimo nelle prime due settimane, poi quando è cominciata la trafila burocratica per avere aiuti economici si ebbero le prime amare sorprese. A eccezione di un immediato aiuto della Camera di Commercio di Livorno che stanziò e distribuì circa 120.000 euro alle aziende molto tempo si è poi dovuto aspettare per avere effettivi aiuti economici. Lo stesso slittamento di 6 mesi dei pagamenti tributari venne affrontato con ambiguità, di fatto la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della possibilità del rinvio delle tasse avvenne a scadenza ormai arrivata.
La palude della burocrazia in pratica si era sostituita al fango dell'alluvione.
Certificare i danni diventò un vero calvario fatto di carta di fotocopie e raccomandate a tutti gli Enti. Le automobili dei privati verranno risarcite dopo un anno e mezzo. Le aziende chiuderanno l'istruttoria il 30 novembre prossimo e forse vedranno i contributi arrivare nei primi mesi del 2014. Le famiglie stanno ancora aspettando un piccolo bonus alluvione deliberato dal Comune di Campo che ha stanziato un piccolo budget da sommarsi alle donazioni di privati pervenute alla Banca dell'Elba. Nessun Ente pubblico autorizzò sconti sulle proprie tasse palesi o nascoste a favore degli alluvionati. Arrivò subito la "tassa sui fossi" e chi acquistò un auto usata per sostituire l'auto perduta nell'alluvione dovette pagare la tassa provinciale di passaggio di proprietà, la famigerata Imu sarà applicata sugli immobili alluvionati, nessun aiuto era previsto per acquistare nuovi arredi ed elettrodomestici per le famiglie che avevano perso tutto in quel diluvio del 7 novembre. Nei primi momenti operò un altro comitato per gestire i casi delle famiglie più bisognose per il reperimento di mobili ed elettrodomestici usati o a prezzi contenuti e gestire alcune piccole somme di donazioni; poi tutto è rallentato.
I privati dichiareranno 50 milioni di danni subiti alle abitazioni, auto e aziende.
Un'attività artigianale e commerciale, un forno con annesso spaccio, rimarrà chiuso per lavori di ristrutturazione per oltre un anno e mezzo. Molti di quei 50 milioni di danni denunciati non sono contemplati come rimborsabili nei fondi stanziati, sono stati stanziati complessivamente circa 5 milioni di euro. Chi ha intonacato la casa con l'aiuto di amici non potrà vedersi rimborsati neppure i soldi spesi per cemento e vernici. Solo i lavori di ristrutturazione con fattura e rigorosa tracciabilità dei pagamenti sono ammessi a rimborso, questo di fatto esclude ogni lavoro svolto in economia sia di privati che di aziende. Poi si aprirà come ultimo capitolo quello dell'esibizione del Durc, il documento di regolarità contributiva, ma come può un'azienda alluvionata e in difficoltà economica rispettare tutte le date del pagamento delle tasse per due lunghissimi anni? La paura è che dei soldi stanziati potrebbero arrivarne a destinazione ancora meno, una tassa non pagata, un pagamento fatto in contanti entro i termini di legge dei mille euro, una voce in fattura contestabile tutto potrà contribuire a rendere vane le aspettative degli imprenditori colpiti dall'alluvione.
Queste problematiche le abbiamo discusse e confrontate con gli alluvionati della Lunigiana e di Albinia, sono intercorsi scambi di mail, telefonate e condivisioni sulle pagine facebook dei rispettivi comitati alluvione. Tre alluvioni ma sempre gli stessi problemi: siamo sicuri che questo sia il miglior modo di aiutare le famiglie e le imprese alluvionate? Aspettare un anno quando va bene e oltre 2 anni quando va male, è un tempo esageratamente lungo per chi deve affrontare anche la stretta creditizia delle banche a famiglie e aziende. Chi può fare credito a una coppia di pensionati di 80 anni che abbiano necessità di un prestito per risistemare la propria casa?
Il discorso sulla difficoltà di poter ottenere gli aiuti è lungo e articolato: certo bisogna scoraggiare i furbi, ma certamente il meccanismo dei rimborsi ha scoraggiato e umiliato gli onesti. Una giornalista ci ha rivolto una domanda: quale sarà l'azienda che riceverà il maggiore aiuto? Il nostro sospetto è che una delle aziende che beneficerà maggiormente degli aiuti sia Sviluppo Toscana, l'azienda incaricata dell'intricata istruttoria dei rimborsi alle aziende.
 
saluti
il Paolo Franceschetti - comitato7novembre2011
338 83 17 407

martedì 22 ottobre 2013

Ottobre 2013. Case invase dall’acqua in Toscana.

Questa mattina (martedì 22 ottobre 2013) alle ore 10.15 è stato raggiunto il PICCO di piena del fiume Ombrone. All'idrometro del Berrettino a Grosseto l'altezza idrometrica è di m. 7.42. Il livello è attualmente stazionario. Si prevede che nelle prossime ore inizierà il decremento.
L’alluvione in Toscana non solo ha completamente allagato campi e zone di coltivazione, ma anche invaso le case che compongono alcune frazioni nel Comune di Greve in Chianti. Le testimonianze, giunte direttamente dal luogo, parlano di un paesaggio completamente devastato e che ci vorranno giorni, se non mesi, per rimettere le cose al loro posto.
Intanto nelle zone colpite è stato chiesto lo stato di emergenza nazionale. Domani il caso verrà discusso dalle massime autorità governative.

domenica 29 settembre 2013

Prima della pioggia

Pubblicato su democraziakmzero (leggi articolo originale)

di WILLIAM DOMENICHINI *
Pare che i tanti dati e studi su frane e alluvioni, compiute delle autorità competenti e che ogni anno vengono aggiornati, non producano prese di coscienza nella classe politica, ad eccezione di un penoso rimpallo di responsabilità e negligenze. Così alla Spezia, a quasi un anno dal drammatico 25 ottobre, si fomentano demagogie, populismi e nuove forme di interventismo celano pressapochismo ed aculturazione.

domenica 22 settembre 2013

Alluvione ad Acireale, si cerca un disperso

Pubblicato su LiveSiciliaCatania (leggi articolo originale)

ACIREALE - Le ricerche non si fermano, ma col passare delle ore si affievolisce la speranza. I sommozzatori questa mattina hanno trovato i bermuda e il cellulare di Giuseppe Castro, 53 anni,disperso da ieri sera, quando intorno alle 19 una pioggia violenta si è abbattuta ad Acireale. Il dipendente del Tribunale di Catania è stato travolto dalle correnti del fiume Lavinaio Platani nella frazione di Santa Maria delle Grazie.

martedì 23 luglio 2013

Umbria: Regione, nuova legge su rischio frane e calamita'

Pubblicato su Asca.it (vedi articolo originale)

Perugia, 22 lug - La Giunta regionale dell'Umbria, su iniziativa dell'assessore Stefano Vinti, dara' avvio al percorso di revisione delle normative che regolano l'esecuzione di opere per la protezione dal rischio frane e calamita' pubbliche. ''In Umbria - ha detto Vinti - la necessita' di convivere con il dissesto idrogeologico attraverso azioni di difesa del patrimonio antropico si e' imposta alla fine degli anni '70, con la Legge Regionale del dicembre 1978, n. 65 ''Norme per la esecuzione di opere di consolidamento abitati. Trasferimenti abitati e pronti interventi in caso di calamita' pubbliche', che per due decenni e' stata il principale strumento legislativo di protezione dal rischio di frana. Attraverso questa legge, la Regione ha di fatto esercitato la prevenzione e la mitigazione del rischio idrogeologico, finanziando interventi di consolidamento su 42 centri abitati colpiti o minacciati da movimenti franosi, a fronte di un ''progetto generale di massima'' che doveva prevedere anche la delimitazione e la zonazione dell'area interessata, limitando in modo severo le trasformazioni urbanistiche nei territori sottoposti ad interventi di consolidamento, secondo una logica sicuramente innovativa e lungimirante. Nel corso degli anni pero' - ha sottolineato - questa norma e' stata superata dalla legislazione nazionale, sul piano della prevenzione, dove agisce il Piano Stralcio per l'Assetto Idrogeologico approvato dall'Autorita' di Bacino Fiume Tevere nel novembre 2006, e dell'emergenza, in gran parte affidata ai Piani di Protezione Civile. Nell'ultimo decennio l'orientamento ad intervenire sul dissesto idrogeologico si e' definitivamente consolidato nel Piano di Bacino che interpreta e vincola il territorio in funzione della gravita' del rischio, sostituendosi alla Legge Regionale 65 come strumento principe di prevenzione e risanamento dei fenomeni di dissesto idrogeologico. Il piano vigente individua in Umbria 185 aree esposte a rischio di frana, soggette a normativa vincolistica ai fini edificatori e che necessitano prioritariamente di interventi per la mitigazione del rischio, assorbendo circa la meta' dei centri abitati dichiarati da consolidare. Il risultato - ha concluso - e' quello per cui, nei centri gia' dichiarati da consolidare e attualmente confermati a rischio da frana dal Piano di Bacino, le due normative vincolistiche si sovrappongono generando difficolta' di applicazione''.

sabato 20 luglio 2013

Maltempo: bombe d’acqua e violente grandinate in Maremma, 100mm esatti a Roccalbegna!

Pubblicato su meteoweb.eu (vedi articolo originale)

Bombe d’acqua nel pomeriggio sulle Colline del Fiora e grandine sulle colline ai piedi del Monte Amiata, soprattutto nelle campagne di Cinigiano. Scrosci d’acqua che si sono abbattuti anche in altre zone della Maremma, con cospicuo abbassamento delle temperature, mettendo a rischio le colture e la prossima vendemmia. A Roccalbegna sono caduti esattamente 100 mm di pioggia!

Bombe d'acqua sull'Irpinia: decine di interventi dei VV.FF.

Pubblicato su tusinatinitaly.it (vedi articolo originale)

I violenti temporali estivi che ieri pomeriggio si sono abbattuti sulla provincia hanno impegnato a lungo i vigili del fuoco di Avellino e delle cinque sedi distaccate con più di trenta interventi. I comuni più colpiti dalle bombe d'acqua sono stati Ariano Irpino, Montecalvo Irpino, Frigento, Gesualdo, e l'hinterland avellineseLe squadre dei distaccamenti di Grottaminarda, Bisaccia, Lioni e Ariano Irpino hanno lavorato ininterrottamente per liberare scantinati e locali invasi dalle acque piovane. 
La situazione più critica si è registrata sulla strada Statale 90 al Km. 36, tra i comuni di Casalbore e Ariano Irpino, dove lo straripamento di un torrente ha letteralmente allagato la carreggiata con diverse automobili rimaste impantanate. La squadra di Ariano Irpino ha prestato soccorso alle persone rimaste bloccate in auto mettendole in salvo e recuperando i veicoli bloccati. In quella zona, a Casalbore in contrada Pantano, vi è verificato anche il crollo di un muro di contenimento. I comuni limitrofi al capoluogo irpino sono stati anch'essi oggetto di brevi ma intensi temporali, come nel caso di Pratola Serra, in via Acquaviva, Colle del Noce, dove decine di villette del parco degli Ulivi sono state allagate.

lunedì 22 aprile 2013

Sabato al Civico la prima di "Fango". Per non dimenticare l'alluvione

Pubblicato su Città della Spezia (vedi articolo originale)
La Spezia - Informazione e vita vissuta. La tragedia e le sue possibili spiegazioni. “Fango”, che andrà in scena in prima nazionale sabato 27 aprile, alle ore 21, presso il Teatro Civico di La Spezia, nasce da un’idea di Bruno Vivaldi, entusiasticamente accolta dal regista Alain Ety.
Lo spettacolo è giocato su un doppio registro: quello del racconto “teatralizzato” di una ferita, non ancora rimarginata, inferta dall’acqua alla provincia spezzina; e quello dell’analisi scientifica, sotto la cui lente oggettiva l’alluvione del 25 ottobre 2011 appare non come un evento improvviso ed inaspettato, quanto piuttosto una tragedia preannunciata ed inascoltata nelle sue origini. Chiave di volta di “Fango” il fine divulgativo, che Bruno Vivaldi pone alla base del progetto. Durante lo spettacolo, in modo chiaro e fruibile, verranno formulate alcune ipotesi di carattere ecologico sulla genesi degli eventi alluvionali: alla base le profonde alterazioni dell’assetto vegetazionale del territorio, modificato dalla mano dell’uomo, che concorrono pesantemente alle variazioni microclimatiche tramite complessi meccanismi sinergici. Il teatro, nell’interpretazione registica di Alain Ety, trova la sua ragion d’essere nella rappresentazione quale momento di massima interazione tra la scena e la vita,cristallizzando gli accadimenti, analizzandone nella performance, e attraverso di essa, gli aspetti culturali e sociologici. L’inondazione che ha interessato lo Spezzino il 25 ottobre 2011 è la fotografia dell’attuale rapporto uomo – natura, in cui l’uomo non può e non riesce a prescindere dal progresso e le sue certezze, vere o supposte tali, nei quali vive.

venerdì 19 aprile 2013

Usa: alluvione a Chicago, strade chiuse e voli cancellati

Pubblicato su Adnkronos (vedi articolo originale)

Chicago, 18 apr. (Adnkronos) - Strade chiuse, voli cancellati e gravi danni agli edifici: e' il bilancio dei disastri provocati dall'alluvione che si e' abbattuta oggi a Chicago. Questa mattina, riporta il Chicago Tribune, a causa delle piogge sono stati chiusi temporaneamente alcuni tratti delle autostrade Edens, Eisenhower e Kennedy, mentre altri forti temporali si stavano spostando verso la parte centrale della citta'. In alcune zone l'acqua ha raggiunto addirittura i tetti delle macchine, e un uomo, che si presume fosse in stato di ebrezza, e' stato fermato dagli agenti perche' continuava a guidare l'auto nonostante fosse sommersa dall'acqua.

lunedì 15 aprile 2013

Rischio alluvione a Vicenza. In città blocco delle costruzioni

Pubblicato su Il Giornale di Vicenza (vedi articolo originale)

VICENZA. Rischio allagamenti, e quindi scatta una sorta di stop generico alle concessioni edilizie. Firmato “Autorità di bacino dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Livenza, Piave, Brenta-Bacchiglione”. Perché da dicembre è in vigore la nuova versione del Pai-piano per l'assetto idrogeologico, con le sue misure di salvaguardia. Dicono che via via che se ne rendono conto, i sindaci e i dirigenti dei Comuni sobbalzano, nel Vicentino come in tutto il Veneto. Qualcuno lo sapeva, e ritiene di essersi già parato le spalle, e qualcuno ancora non ne sa nulla. Molti lo stanno apprendendo in questi giorni, via via che nei municipi arriva una circolare della Regione che a dir la verità sembra far sprofondare ancora più nel buio gli amministratori. Insomma, sono tutti preoccupati soprattutto perché, stando a quanto scritto dalla Regione, esiste una montagna di aree che sono state colorate ocra sulle mappe del Piano: sono aree “di attenzione”, e la pessima novità per i sindaci è che in quelle zone «i Comuni non possono rilasciare, dopo l'entrata in vigore delle norme di attuazione, nuove concessioni, autorizzazioni, permessi di costruire o equivalenti senza che vi sia stata preventivamente valutata la specifica natura o tipologia del dissesto individuato dal Pai» e quindi la compatibilità con questi interventi. Morale: una frenata generale, tutta da capire nei suoi contorni. Di qui l'agitazione che si sta diffondendo in molti Comuni e che è giunta a bussare in Regione (vedi a lato).
Tutti i particolari nel Giornale in edicola.

Piero Erle

Rischio alluvione a Vicenza. In città blocco delle costruzioni

Pubblicato su Il Giornale di Vicenza (vedi articolo originale)

VICENZA. Rischio allagamenti, e quindi scatta una sorta di stop generico alle concessioni edilizie. Firmato “Autorità di bacino dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Livenza, Piave, Brenta-Bacchiglione”. Perché da dicembre è in vigore la nuova versione del Pai-piano per l'assetto idrogeologico, con le sue misure di salvaguardia. Dicono che via via che se ne rendono conto, i sindaci e i dirigenti dei Comuni sobbalzano, nel Vicentino come in tutto il Veneto. Qualcuno lo sapeva, e ritiene di essersi già parato le spalle, e qualcuno ancora non ne sa nulla. Molti lo stanno apprendendo in questi giorni, via via che nei municipi arriva una circolare della Regione che a dir la verità sembra far sprofondare ancora più nel buio gli amministratori. Insomma, sono tutti preoccupati soprattutto perché, stando a quanto scritto dalla Regione, esiste una montagna di aree che sono state colorate ocra sulle mappe del Piano: sono aree “di attenzione”, e la pessima novità per i sindaci è che in quelle zone «i Comuni non possono rilasciare, dopo l'entrata in vigore delle norme di attuazione, nuove concessioni, autorizzazioni, permessi di costruire o equivalenti senza che vi sia stata preventivamente valutata la specifica natura o tipologia del dissesto individuato dal Pai» e quindi la compatibilità con questi interventi. Morale: una frenata generale, tutta da capire nei suoi contorni. Di qui l'agitazione che si sta diffondendo in molti Comuni e che è giunta a bussare in Regione (vedi a lato).
Tutti i particolari nel Giornale in edicola.

Piero Erle

venerdì 12 aprile 2013

Tirocinanti contro il dissesto idrogeologico in Toscana

Pubblicato su Stamptoscana.it (vedi articolo originale)

Firenze - A Legambiente è partito il tirocinio retribuito (praticantato non obbligatorio) del progetto GiovaniSì della Regione Toscana su monitoraggio, prevenzione e informazione civica del dissesto idrogeologico su due bacini idrografici, scelti insieme agli enti locali, caratterizzati dalla presenza di aree ad alta pericolosità di natura idraulica e idrogeologica: il bacino del torrente Ombrone pistoiese, in particolare l’area che ricade in provincia di Prato, il bacino del fiume Greve e torrente Ema in Provincia di Firenze.
Ad effettuare il tirocinio retribuito 5 laureati, selezionati a fine marzo, due architetti pianificatori, due agronomi e una geologa, seguiti da tutor. Un'esperienza dunque di alto livello sotto il profilo scientifico, che impiega giovani laureati in discipline necessarie agli obiettivi perseguiti, per un settore complesso quale quello della prevenzione del dissesto idrogeologico e della pianificazione degli interventi. Una  “lettura del territorio - spiega la nota di Legambiente Toscana - monitorando e segnalando le criticità, gli elementi di rischio, al fine di proporre soluzioni al dissesto idrogeologico". Il progetto ha l’obiettivo di curare, oltre ad una formazione scientifica post-laurea, anche l'informazione civica sui temi della prevenzione, in linea con i ruoli e le competenze delle associazioni partner progettuali.

Le dichiarazioni

Siamo felici di lanciare un progetto di coinvolgimento giovanile - dichiara il presidente di Legambiente Toscana Fausto Ferruzza - che ha come oggetto gli ecosistemi fluviali e che passando attraverso la formazione, servirà a promuovere l’“alfabetizzazione” della popolazione sulla cultura della riduzione del rischio idrogeologico e della convivenza con il rischio".
"E’ molto importante impiegare risorse nella prevenzione per mitigare il rischio idrogeologico ed è fondamentale farlo anche nelle attività di formazione - ha sottolineato Federico Gasperini coordinatore della commissione Acque e Difesa del suolo di Legambiente Toscana e responsabile del progetto- Questi ragazzi potrebbero domani ricoprire ruoli di rilievo e dover prendere decisioni importanti in materia. L’obiettivo è quindi incrementare il bagaglio culturale e allargare la “vision” su temi complessi in cui è necessario agire sempre nell’ottica della sostenibilità".
"Questo progetto, proposto da Legambiente e sostenuto da Cesvot con convinzione, rende concreto l’impegno del volontariato anche in materia di prevenzione ambientale - dichiara Patrizio Petrucci, presidente di Cesvot - . Se pensiamo che solo nella nostra regione il 98% dei Comuni è a rischio idrogeologico e quasi 700mila cittadini sono esposti a pericoli di frane ed alluvioni, non possiamo che guardare con molto interesse a questa iniziativa. Un’idea che si realizza grazie alla rete di soggetti pubblici e del privato sociale anche con l’obiettivo di trovare buone pratiche replicabili in altri contesti".

Una settimana fa l'alluvione a Buenos Aires: non dimentichiamoci delle vittime e diamo solidarietà concreta agli alluvionati

Pubblicato su Politicamentecorretto.com (vedi articolo originale)

Pubblichiamo l’appello che l’On. Fabio Porta ha fatto alle autorità italiane e al mondo politico e associativo affinchè intervengano per dare concreta solidarietà agli alluvionati di Buenos Aires.
Ad una settimana di distanza dalla tragica alluvione che ha colpito l’Argentina, e in particolare le città di Buenos Aires e La Plata, mi corre l’obbligo di rilanciare l’appello, già trasmesso all’indomani della tragedia alle nostre autorità diplomatiche e a tutta la società civile e politica in generale
Si tratta ancora una volta di una tragedia naturale aggravata e resa possibile dalle pesanti responsabilità dell’uomo, sempre più spesso incurante delle necessarie attenzioni e precauzioni che esige il territorio, soprattutto quello urbano”.
E così oggi l’Argentina, come il Brasile o l’Italia pochi mesi fa, assiste attonita ad una delle maggiori sciagure degli ultimi anni: oltre cinquanta morti un alcune delle città più ‘italiane’ al mondo, soprattutto La Plata, oggi in ginocchio a causa di quanto successo nel corso della notte tra martedì e mercoledì scorso”.
Al Ministero degli Esteri e alla nostra rete diplomatico-consolare in Argentina voglio sollecitare il massimo di attenzione e disponibilità verso la popolazione colpita dall’alluvione, come anche di attivare tutti i canali possibili per sollecitare la giusta e possibile solidarietà proveniente dall’Italia”.
Voglio infine esprimere il cordoglio mio personale e del gruppo parlamentare del Partito Democratico alle famiglie delle vittime e a tutta la comunità italiana e argentina di Buenos Aires, La Plata e di tutte le altre zone interessate dalla tragedia”.


Camera dei Deputati 
Palazzo Marini II 
P.zza San Claudio,166-00187 Roma

Tel. +39.06.6760.5801
Fax:   +39.06.6760.5832 
E-mail: porta_f@camera.it  
             

Alluvione Cinque Terre: i disoccupati ricostruiscono

Usare la ricostruzione post calamità naturale come ammortizzatore sociale, è quanto messo in campo dalla Regione Liguria dopo l'alluvione che ha colpito le Cinque Terre, la Val di Magra e la Val di Vara il 25 ottobre del 2011. Lo strumento è quello dei cantieri scuola-lavoro: impegnare 150 lavoratori, di cui 120 disoccupati e 30 in cassa integrazione, nei cantieri messi in piedi post alluvione.

Ai lavoratori viene erogata un'indennità giornaliera pari a 40 euro per i disoccupati e 25 per i lavoratori che già percepiscono altre forme di sostegno al reddito (cassaintegrati) e che possono così integrare l'esigua indennità di cassa.

giovedì 11 aprile 2013

Frosinone, installato un idrometro per prevenire le piene del fiume Cosa

Pubblicato su Il Messaggero (vedi articolo originale)

Per prevenire il rischio esondazioni del fiume Cosa a Frosinone è stato installato un indrometro per il controllo delle acque. A comunicarlo è il sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani. «La direzione regionale della Protezione Civile si legge in una nota - al fine di prevenire e mitigare il pericolo di esondazioni dovuto alle piene del fiume Cosa, (anche alla luce degli ultimi eventi calamitosi di tipo idrogeologico che hanno colpito il territorio comunale), ha installato a Frosinone un nuovo idrometro per il controllo in tempo reale del livello delle acque fluviali. L’idrometro è stato posizionato sul ponte di via Caio Mario e funziona tramite un sensore a raggi infrarossi che, ogni 15 minuti, misura l’altezza del livello delle acque».

domenica 31 marzo 2013

Paura alle Mauriutius. Bomba d'acqua sulla capitale. 10 morti

Pubblicato su Leggo.it (vedi articolo originale)

PORT LOUIS - I testimoni l'hanno definita "bomba d'acqua", riferendosi all'inondazioni che hanno colpito Port Louis, capitale delle Mauritius, uccidendo dieci persone. I corpi di sei vittime sono stati ritrovati in un tunnel pedonale nel centro di Port-Louis, un altro è stato rinvenuto in un giardino e altri due in un parcheggio sotterraneo. Infine, un'altra persona è deceduta per un attacco di cuore durante l'inondazione.

NESSUN ITALIANO COINVOLTO  Non risultano italiani coinvolti nelle piogge torrenziali che hanno colpito le Mauritius causando inondazioni e una decina di vittime. È quanto riferiscono fonti della Farnesina interpellate sulla situazione nell'arcipelago, meta di molti turisti durante le feste pasquali. Secondo quanto riferito dal console onorario d'Italia - sottolineano le stesse fonti - le inondazioni hanno colpito prevalentemente la capitale, senza provocare problemi nelle zone turistiche, e al momento non ci sono coinvolgimenti di connazionali.

sabato 30 marzo 2013

Liguria, alluvione 2010: sbloccati 3 milioni per Varazze

Pubblicato su Il Giornale della Protezione Civile (vedi articolo originale)

E' stata trasferita martedì l'ultima parte degli aiuti finanziari legati all'alluvione che nell'ottobre del 2010 devasto parte di Varazze (SV). Si tratta in totale di 3 milioni, di cui un milione e 447 mila euro destinati al Comune - che si aggiunge ai quattro milioni e 400 mila giunti nelle casse municipali a novembre - mentre l'altra metà è destinata alla Provincia di Savona. La strada distrutta che sarà oggetto dei lavori, la Sp 57 Varazze-Casanova-Alpicella-Stella San Martino, è infatti di competenza dell'ente provinciale.

Nella cittadina il fondo servirà a interventi sulle strade danneggiate dal nubifragio che colpì il centro cittadino fino ai Piani d'Invrea e le frazioni del Pero, Campomarzio e in particolare Casanova e la località San Pietro dove esondò il rio Galli che distrusse una villetta. I lavori cominceranno entro giugno. Altri interventi saranno dedicati all'ampliamento degli alvei di quattro rii che oggi attraversano per via sotterranea la cittadina per poi sfociare in mare.

giovedì 28 marzo 2013

Dissesto idrogeologico e incuria, morte in Brasile

Pubblicato su L'indro (vedi articolo originale)

Una settimana fa, nella zona collinare dello Stato di Rio de Janeiro c'era l'inferno: un fiume di fango è calato sulla cittadina di Petrópolis, provocando la morte di 33 persone, e oltre mille sfollati. Uno scenario poco diverso rispetto alla catastrofe ancor più tragica del gennaio 2011, che colpì questa stessa area geologicamente sensibile, e in particolare il centro abitato di Teresópolis. All'epoca, una frana causata da precipitazioni record originò il disastro naturale più grave (in termini di vite umane) che abbia mai colpito il Brasile, provocando la morte di circa novecento persone, e oltre trecento dispersi.

lunedì 25 marzo 2013

Dissesto idrogeologico in Calabria, Giordano (Idv) tuona: “da Gentile risposta allarmante”

Pubblicato su Strettoweb (vedi articolo originale)

Il quadro delineato dall’assessore regionale, On.le  Gentile, in risposta ad una mia interrogazione tesa ad avere chiarimenti  sull’Accordo di programma Quadro, sottoscritto dalla Regione Calabria e dal Ministero dell’Ambiente, finalizzato a fronteggiare il rischio idrogeologico mediante la realizzazione di interventi urgenti per un importo complessivo di 220 milioni di euro, cofinanziato per il 50% dalla stessa regione Calabria, è allarmante. Il consigliere regionale Giuseppe Giordano lamenta ancora una volta come spesso notevoli finanziamenti erogati a favore della nostra regione non trovino attuazione.

domenica 24 marzo 2013

Alluvione 2010, per il Veneto 30 milioni per la messa in sicurezza

Pubblicato su Padovaoggi (vedi articolo originale)

Si tratta di fondi attesi da tempo in Veneto e che sono stati sbloccati ieri con due decreti firmati dall'ancora in carica presidente del consiglio Mario Monti. "Daremo una consistente accelerazione agli interventi necessari - ha commentato soddisfatto il governatore della Regione Luca Zaia - Abbiamo ben chiaro che cosa serve e, come accaduto in passato, lavoreremo con celerità e la massima attenzione affinchè ogni euro sia speso al meglio e al più presto”.
Alluvione 2010, per il Veneto sbloccati 30milioni per la messa in sicurezza
“Attendiamo di verificare nei particolari i contenuti dei due decreti – ha aggiunto Zaia – ma per il Veneto si tratta di circa 42 milioni per il 2012 e di circa 30 milioni per il 2010, che useremo per mettere in sicurezza il territorio e rispondere il più possibile alle ferite ancora aperte”. Per quanto riguarda i fondi relativi al 2012, potranno essere destinati ad esempio a varie aree colpite, come il vicentino, il bellunese e le coste adriatiche, sulle quali gli arenili subirono gravi danni a causa delle mareggiate.


Potrebbe interessarti: http://www.padovaoggi.it/cronaca/alluvione-2010-veneto-sbloccati-fondi-messa-sicurezza.html
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Alluvione 2010, per il Veneto sbloccati 30milioni per la messa in sicurezza



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sabato 23 marzo 2013

Linee guida per la valutazione del dissesto idrogeologico e la sua mitigazione


Pubblicato su Acca.it (vedi articolo originale)

Nei prossimi anni sarà necessario investire svariati  miliardi di euro per “salvare” i 4 milioni di ettari di terreno agricolo e forestale in forte erosione e a rischio frane (13% del territorio nazionale) attraverso interventi di mitigazione.

Sono questi i dati che emergono da analisi effettuate dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e il Ministero dell’Ambiente che hanno pubblicato, in collaborazione con AGEA, ISPRA e Rete Rurale Nazionale, le linee guida per la valutazione del dissesto idrogeologico e la sua mitigazione.

Le linee guida forniscono indicazioni sugli interventi da attuare, che vanno dalla manutenzione e ripristino della rete di drenaggio superficiale in aree agricole, alla stabilizzazione superficiale e protezione dei terrazzamenti in erosione, alla riforestazione, gestione e mantenimento in buono stato di efficienza ecologica del bosco e del suo reticolo idrografico minore.

Nella pubblicazione vengono illustrati interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico finalizzati alla:
  • manutenzione e ripristino della rete di drenaggio superficiale in aree agricole;
  • stabilizzazione superficiale e protezione dall'erosione dei pendii;
  • riforestazione, gestione del bosco e protezione dagli incendi boschivi;
  • manutenzione e ripristino dei terrazzamenti agricoli;
  • manutenzione e sistemazione del reticolo idrografico minore.

I soldi dell'alluvione non arrivano, sindacati e cittadini dal prefetto

Pubblicato su Corriere Fiorentino (vedi articolo originale)

Gli abitanti di Albinia hanno cercato rassicurazioni sui fondi che il governo deve sbloccare: 110 milioni di euro stanziati ma bloccati da una firma.

Ci sono andati la mattina gli abitanti di Albinia, ci sono tornati nel pomeriggio tutte le sigle sindacali unite. Tutti alla porta del prefetto di Grosseto Marco Valentini per avere rassicurazione sui fondi che il governo deve sbloccare per le zone alluvionate in Maremma.

Dissesto idrogeologico: pronti 1,5 mln per gli sfollati e 5,5 per la messa in sicurezza di Saponara

Pubblicato su Strettoweb (vedi articolo originale)
La Regione siciliana metterà a disposizione 1,5 milioni di euro da destinarsi agli sfollati delle alluvioni del 2011 in provincia di Messina. La cifra sopperirà alla scadenza dell’ordinanza della Protezione Civile riguardante contributi e benefit, scaduta lo scorso 28 febbraio. Il finanziamento dovrebbe andare a beneficio sia degli abitanti dei centri alluvionati di Saponara, Giampilieri e Barcellona, sia di quelli di San Fratello e Caronia, colpiti da frane e smottamenti nel 2010. Per Saponara inoltre sono stati finalmente sbloccati i 5,5 milioni di euro per la messa in sicurezza del territorio. Lavori che permetteranno alla maggior parte degli abitanti ancora sfollati di rientrare nelle loro case in tempo.

lunedì 18 marzo 2013

Allarme alluvione in Toscana, l’Ombrone inizia a esondare a Prato: “non state ai piani bassi”

Alle 14 sono avvenute le prime modeste tracimazioni del reticolo minore dell’Ombrone, in Toscana, che hanno interessato le località di Caserane, nel comune di Prato e Case Coveri. Un`altra tracimazione anche alla confluenza tra il Brana e l`Ombrone. Critica anche la situazione del Bisenzio, che è tracimato allagando alcune aree industriali a Cantagallo e Vaiano. Lo rende noto la Regione Toscana spiegando che frane si sono verificate nel comune di Vernio dove è stata interrotta la Strada provinciale 2.

giovedì 14 marzo 2013

Alluvione del 2010 a Padova: altri 20mila euro consegnati alle famiglie

Con lo slogan "Solidarietà alle famiglie padovane alluvionate", il 5 novembre 2010 l’Amministrazione comunale aprì un conto corrente per raccogliere la solidarietà dei padovani nei confronti di chi in quei giorni dovette subire la devastazione dell’alluvione. Furono raccolti 200mila euro in gran velocità per cui il Comune fu in grado di aiutare subito concretamente chi aveva bisogno. Di quel conto sono rimasti accantonati 20mila euro per eventuali imprevisti che adesso, a due anni e mezzo dal tragico evento, saranno distribuiti alla cinquantina di famiglie della Paltana che il 1 novembre 2010 subirono l’alluvione.

In Brasile progetto Made in Italy contro 'bombe d'acqua'

ROMA - Lo stato di Rio de Janeiro ha scelto un progetto italiano per combattere le inondazioni: e' il progetto FLASH (Flood and LAndSlide Hazard forecasting, warning and response system) che nasce dalla cooperazione tra l'INEA e il Ministero dell'Ambiente italiano.

mercoledì 13 marzo 2013

Catania - La città subirà le bombe d’acqua finché non ci sarà manutenzione

CATANIA - Un sistema di smaltimento delle acque che andrebbe messo in “rete” per essere efficace: in seguito al violento nubifragio che si è abbattuto sulla città di Catania lo scorso febbraio: si è riaccesa la discussione intorno al canale di gronda e al sistema idraulico non solo catanese, ma anche dei paesi pedemontani i cui canali non sarebbero allacciati a quello principale cittadino.

Pertini: pubblicata la sua tesi di laurea. Si credeva distrutta nell'alluvione di Firenze

Questa volta una curiosità interessante. E' stata pubblicata in questi giorni la tesi di laurea di Pertini, creduta distrutta durante l'alluvione di Firenze del 4 novembre del 1966.

Alluvione Regione Sicilia: il paradosso dei fondi. Ci sono ma non si possono utilizzare

Per attuare quello che prevede un’ordinanza, scaduta il 31dicembre senza che nulla di quanto prevedeva nei dodici mesi in cui era in vigore venisse attuato, occorre un’altra ordinanza.
I soldi dell’alluvione del 22 novembre del 2011, undici milioni già spendibili che fanno parte di quei 38 milioni stanziati da Stato e Regione Sicilia l’estate scorsa, ci sono ma non si possono utilizzare.

Smart Water, alluvioni sotto controllo: prevedrà le piene del Muson

"Smart Water", ovvero il conteggio intelligente dell'acqua. Questo il nome del progetto, finanziato con fondi europei e di cui la Provincia di Padova è l'ente capofila, che potrebbe diventare domani un valido alleato nella gestione di situazioni di emergenza legate alle alluvioni.

martedì 12 marzo 2013

Centro Pierre, seminario su dissesto idrogeologico

Calabria e Sicilia da tempo a rischio di dissesto idrogeologico così come lo è più in generale, secondo le indagini effettuate dai geologi, circa l’80% del territorio Italiano. Si pensi alle alluvioni che dal 2009 al 2011 hanno devastato intere frazioni di Messina e provincia od alle frane e gli smottamenti che hanno messo in ginocchio interi paesi del Cosentino e del Vibonese evacuati a seguito dei danni provocati dal maltempo.
Sono questi gli argomenti che verranno trattati nel Seminario tenuto al Centro pierre di Reggio Calabria venerdì 15 marzo 2013 alle ore 17,00.

Alluvione a Guayaquil (Ecuador): 8 morti

Forte maltempo, accompagnato da piogge torrenziali hanno flagellato la città di Guayaquil, la città più popolata dell’Ecuador, capoluogo della provincia del Guayas e del Cantone di Guayaquil.
Le strade della città si sono trasformate in veri e propri fiumi, provocando ingenti danni e causando la morte di 8 persone.
Ecco il video che testimonia la gravità della situazione.




Fonte 

lunedì 11 marzo 2013

Aulla, i danni dell'alluvione

13,2 milioni di euro per i rimborsi a 289 imprese. 1,7 milioni per i proprietari di auto danneggiate. Soldi che si aggiungono agli oltre 4 milioni destinati a chi ha subito danni agli immobili. Queste le risorse che la Regione, attraverso Fidi Toscana, sta erogando per i danni causati dall'alluvione ad Aulla del 25 ottbre 2011.

Linee guida per la valutazione del dissesto idrogeologico

Le Linee guida ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) propongono indirizzi e metodologie che, sulla base dell’integrazione di banche dati territoriali dei comparti ambiente e agricoltura, consentono l’individuazione, su tutto il territorio nazionale, delle aree prioritarie di intervento e delle misure più idonee per la mitigazione del dissesto idrogeologico in campo agricolo e forestale.
I materiali sono scaricabili al seguente LINK

domenica 10 marzo 2013

Alluvione, mobilitazione di massa ad Albinia.

Ultimatum di 14 associazioni di categoria, basta a lungaggini burocratiche e temporeggiamenti che bloccano i fondi pubblici: si pensa a un corteo ad Albinia

sabato 9 marzo 2013

Alviano, l’oasi Wwf riapre al pubblico dopo l’alluvione, ma «da soli non ce la facciamo»

Fino allo scorso autunno, l’oasi Wwf di Alviano era uno dei più celebri paradisi italiani dei birdwatcher: oltre mille ettari di superficie, dov’era possibile avvistare circa 150 specie di uccelli acquatici, fra cui aironi, cormorani e falchi. Uno scrigno di biodiversità visitato ogni anno da migliaia di appassionati, famiglie e scolaresche. Poi, lo scorso 12 novembre, la piena del Paglia e del Tevere ha travolto tutto, lasciando dietro di sé una spessa coltre di fango e macerie.

venerdì 8 marzo 2013

"Essere altrove", l'alluvione del 2011 nel libro di Antonella Ginocchio


Val di Magra - Val di Vara - Appuntamento a Borghetto Vara con i ragazzi che raccontano l’alluvione dell’ottobre 2011 e incontrano Antonella Ginocchio, giornalista, autrice del libro “Essere altrove nel campo dei fagioli”, cronaca di quei giorni.

Alluvione, arrivano i primi soldi per chi ha perso i mobili

Dalla Regione arriverà una prima tranche di 560mila euro, che dovrebbero salire a 800mila complessivi con una successiva assegnazione di altri 240mila euro. Soldi che non sono destinati ai danni strutturali subiti dalle abitazioni o dalle autovetture, ma alla perdita del mobilio, cioè delle cose materiali all’interno delle case.

giovedì 7 marzo 2013

Perù: ad Hipolito una grave alluvione

E’ di questi giorni l’alluvione che ha colpito la comunità amazzonica di Hipolito Unanue (Perù): l’alluvione, causata dall’esondazione dei fiumi amazzonici, è la più grave degli ultimi 5 anni e mette in serio pericolo oltre 1000 abitanti della comunità.
La quantità d’acqua che dal Rio delle Amazzoni e dai suoi affluenti si sta riversando nei villaggi per le pioggie incessanti ha già superato i livelli storici.
Particolarmente coinvolta la parte sud del Perù. Più di 50.000 le persone colpite dalle piogge torrenziali, associate ad una stagione che ben presto entrerà gradualmente nel vivo. Maggiormente colpita la parte sud-occidentale del Paese, in particolar modo le regioni di Arequipa e Ica, alle prese con nubifragi e frane.
Almeno sei risultano le vittime al momento accertate, ma non è escluso che il numero tenda ulteriormente a salire. Secondo le autorità locali le piogge e le inondazioni hanno colpito più di 30.000 persone solo a Ica, con migliaia di edifici che sono stati completamente distrutti.
Diversi tratti di strada sono stati distrutti a causa delle frane e nelle zone alluvionate è stato dichiarato lo stato di emergenza. Il primo ministro ha visitato le zone maggiormente colpite e molto probabilmente il governo fornirà degli aiuti a quelle persone che si trovano al momento in difficoltà dopo questa fase di intenso maltempo.

mercoledì 6 marzo 2013

Dissesto idrogeologico, le linee guida per valutare e fronteggiare i pericoli

Pubblichiamo da Guida agli Enti locali de il Sole24 ore (vedi link)

Del dissesto idrogeologico si parla soltanto quando una delle centinaia di frane o alluvioni che ogni anno colpiscono il nostro Paese miete vittime. I ben quattro milioni di ettari di terreno agricolo e forestale in forte erosione e a rischio frane, pari al 13% del territorio nazionale, invece, avrebbero bisogno di "interventi di mitigazione con risorse consistenti" (circa sette miliardi, che diventano 40 per la totale messa in sicurezza), come scritto nelle ''Linee guida per la valutazione del dissesto idrogeologico e la sua mitigazione attraverso misure e interventi in campo agricolo e forestale'', predisposte insieme da Agea, Ispra e Rete rurale nazionale e appena pubblicate dal ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali e da quello dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare.

lunedì 4 marzo 2013

Pakistan. Ricostruita la scuola distrutta dall'alluvione

Ospiterà 300 bambine. L'opera è stata realizzata grazie all'impegno di immigrati pakistani e italiani in Valsabbia, col contributo di una cordata di associazioni.

domenica 3 marzo 2013

Dissesto idrogeologico: ecco perché “riparare” l’Italia creerebbe lavoro

L’ultima manovra Finanziaria a stanziare fondi specifici per la prevenzione e la mitigazione del rischio idrogeologico è stata quella del 2010. I risultati del disinvestimento statale in un settore delicatissimo per l’Italia sono sotto gli occhi di tutti: l’alluvione di Catania degli scorsi giorni non è che l’ennesima conferma della vulnerabilità del territorio italiano.

sabato 2 marzo 2013

Sardegna. Un osservatorio provinciale per prevenire le alluvioni

Buggerru. - Prevenzione del rischio alluvioni, parte il presidio del bacino del rio Mannu. L’associazione di volontariato e protezione civile “Big Fish” garantirà il presidio territoriale, idraulico e...molto altro ancora.

Alluvioni, 13,5 milioni alla Liguria

Genova - Ammontano a 13,5 milioni di euro i finanziamenti erogati ai Comuni liguri colpiti dagli eventi alluvionali nel 2010 e nel 2011.

venerdì 1 marzo 2013

Fermo. A due anni dall'alluvione...

"Riteniamo doveroso ricordare, a distanza di due anni, Valentina Alleri e Giuseppe Santacroce, le cui vite furono strappate via dal fiume Ete Morto a causa di un’alluvione che, in tutto il Fermano, provocò danni ingenti per milioni di euro."

Nell’esprimere nuovamente la vicinanza alle famiglie e consapevoli dell’importanza di alimentare la memoria di certi avvenimenti, la Provincia di Fermo ricorda in questi giorni i difficili momenti vissuti durante l'alluvione di Marzo di due anni fa.
Come accaduto per altre parti d'Italia, interessate da eventi alluvionali, anche nel fermano sindaci, associazioni e cittadini hanno in questi mesi sostenuto un'ardua battaglia: il riconoscimento delle somme necessarie per i danni subiti e non ancora percepiti. Si tratta di risarcimenti che consentirebbero ai privati di affrontare con maggior fiducia una situazione già di per sè resa precaria dalla difficile crisi economica che ha toccato anche il fermano.
Ad oggi molti sono i cittadini che, nonostante abbiano manifestato più volte la richiesta del riconoscimento di un diritto dovuto in tutte le sedi preposte, ancora non hanno ricevuto alcun risarcimento dovuto. Per questa ragione la provincia di Fermo ha chiesto allo Stato, al nuovo Governo ed alla Regione Marche il pieno riconoscimento di tutte le somme spese.

giovedì 28 febbraio 2013

Tremenda alluvione in Macedonia. 1 vittima

Quattro giorni di piogge torrenziali hanno causato diffusi allagamenti e il grave danneggiamento di due tra le più importanti dighe del Paese. Una presenta una crepa di circa 20 m di lunghezza e preoccupa le autorità locali, tant'è che sono state evacuate circa un migliaio di persone.
Centinaia le case danneggiate, soprattutto nel nord-est del paese. Secondo le agenzie di stampa, un 51-enne residente nel villaggio di Cvetisnica sarebbe annegato mentre cercava di attraversare il fiume in piena. Anche se le condizioni del tempo migliorano, i fiumi rimangono oltre i livelli di guardia.

Ivan Gaddari

sabato 23 febbraio 2013

Mozambico: dopo l’alluvione serve la ricostruzione

La notizia non è di quelle che fanno facilmente breccia nei media, ma il Mozambico è stato colpito nelle ultime settimane dal Ciclone Eline e da piogge torrenziali che hanno causato diverse vittime e costretto all’evacuazione migliaia di persone. Le infrastrutture e la rete stradale hanno subito gravi danni e intere famiglie sono state costrette a cercare rifugio per giorni sui tetti delle proprie case o sugli alberi. La situazione è più difficile nelle regioni attraversate dal Limpopo, dall’Incomáti, dal Save, dal Púnguè e dallo Zambesi, ovvero i grandi fiumi che attraversano il Mozambico centrale e meridionale, in parte gonfiati per l’apertura delle paratie di alcune dighe.
“In particolare il fiume Limpopo, che scorre dal Sud Africa, ha straripato i primi di febbraio, dopo diversi giorni di forti piogge, allagando la provincia di Gaza, la più colpita di tutto il Paese. Oltre 140.000 persone sono già state sfollate dalle loro case e si contano un numero ancora imprecisato di morti e dispersi” ha raccontato un’equipe di Medici Senza Frontiere (Msf) che dal 25 gennaio scorso cerca di rispondere all’emergenza nella città di Chokwe, a 225 chilometri a nord della capitale Maputo. Qui in alcune zone, la città si trovava sotto a un metro e mezzo d’acqua, case ed edifici sono crollati e in alcuni luoghi l’impianto elettrico è andato distrutto. “Abbiamo allestito un centro di salute all’interno del complesso del Carmelo Hospital, l’unica struttura sanitaria ancora funzionante. In due giorni, le nostre équipe hanno già effettuato 400 visite mediche. Stiamo curando persone che sono rimaste ferite durante l’inondazione e ci assicuriamo anche che i pazienti affetti da Hiv e Tubercolosi prendano le loro medicine e non interrompano la terapia” ha spiegato Lucas Molfino, coordinatore medico di Msf in Mozambico.
La provincia di Gaza è una delle zone del Paese in cui la prevalenza di Hiv è più elevata, quindi è fondamentale mantenere i pazienti sotto terapia anti-retrovirale. Fortunatamente, ha fatto sapere Molfino “l’ospedale ha ricevuto la scorta mensile di anti-retrovirali la settimana prima degli allagamenti e le scatole sono ancora sigillate e le medicine intatte. Abbiamo delle scorte sufficienti per le prossime settimane”. Da alcuni giorni l’acqua comincia a ritirarsi, ma ci vorrà tempo prima che la situazione torni alla normalità e permetta di smobilitare il campo di Chiquelane, che ospita approssimativamente 40.000 persone sfollate da Chokwe e che al momento ha un’evidente carenza di acqua potabile e servizi igienici. “La situazione è tollerabile, ma dobbiamo effettuare un controllo costante dei casi di malattie legate all’acqua come il colera perché 40.000 persone che vivono a stretto contatto tra loro sono un potenziale rischio” ha concluso Molfino.
L'inondazione che ha colpito con meno danni anche Zimbabwe, Madagascar e Sud Africa potrebbe essere molto più grave di quella del 2000. Ad affermarlo, oltre a numerose ong impegnate in Mozambico, anche i soccorritori dello staff locale di Save the Children, che dagli elicotteri hanno potuto constatare il drammatico scenario. “Succede spesso così” ha spiegato Filippo Ungaro responsabile della comunicazione di Save the Children, da anni impegnata in Mozambico con progetti sulla salute materna, neonatale ed infantile: “Quando un paese povero, molto povero, comincia a rialzare la testa, vede il suo prodotto interno lordo crescere in maniera decisa, circa l’8% negli ultimi anni, accade qualcosa che lo fa tornare indietro precipitosamente”. “Sono stato diverse volte in Mozambico - ha proseguito Ungaro - e lungo la strada che da Maputo porta alla provincia di Gaza la più colpita dalle piogge, negli ultimi anni, si poteva vedere con i propri occhi l’effetto della crescita economica del paese. Un strada asfaltata (che spesso è un’eccezione in Africa), benzinai, negozi, industrie, lo stadio nuovo appena fuori la capitale. […]. Mi auguro solo che la ricostruzione sia un’ulteriore occasione per migliorare le sorti del paese, per garantire diritti e servizi a tutti, distribuiti in maniera equa e giusta alla popolazione più vulnerabile”.
Occorre però intervenire subito. Se Save the Children ha garantito che non appena le condizioni lo renderanno possibile, “potremo portare soccorsi a 90 mila persone”, un allarme a riguardo arriva dalla Comunità di Sant'Egidio che in collaborazione con Farnesina e Governo italiano è stata la capofila delle trattative di pace che nel 1992 a Roma hanno posto fine a 16 anni di guerra civile in Mozambico. “Il Paese rappresenta un unicum per il continente e un modello, purtroppo ancora non superato in un’Africa dilaniata dalle guerre. La pace dura, supportata da due elezioni democratiche e da allora i programmi del Fondo Monetario, pur con qualche contraddizione, hanno iniziato a risollevare le condizioni di vita di parte della popolazione. Con il Sudafrica il Mozambico può indicare agli altri Stati africani come si può uscire dalla violenza senza violenza”, ma sa se affonda rischia di affondare la speranza per un Paese e un continente intero.
“L’acqua ha già fatto più di 200 mila senzatetto nella sola capitale, Maputo. C’è cibo solo per 300 mila persone e per soli tre mesi nelle scorte del World Food Programme. Solo per ricostruire i collegamenti ci vorranno 120 miliardi e un milione di persone sono rimaste senza casa, senza cibo e medicine”. Il quartiere di case di canne dove la Comunità di Sant'Egidio di Maputo faceva la scuola ai ragazzi di strada, 40 mila persone, più della metà sotto i 18 anni, non c’è più. Tutte le scuole e gli edifici pubblici contengono sfollati. Per questo la Comunità di Sant'Egidio ha avviato un piano di aiuti di emergenza che distribuirà direttamente con la sua rete di volontari presente in 38 punti del paese. Nessuno stipendiato. Mille persone che già vivono nel paese. Ma occorre l'aiuto di tutti e un intervento strutturato non può essere fatto senza una grande raccolta di fondi nazionale. “È una grande occasione. Far vivere il Mozambico è far vivere l'Africa e far vivere l'Africa è far vivere meglio anche l’Europa, senza la paura di assedi dal Sud del mondo. Il Mozambico poi è anche un po’ di casa, da noi. In nessun altro paese, forse neppure nei Balcani, l'Italia è stata così decisiva, con i caschi blu nell'accompagnare la transizione dalla guerra alla pace” ha concluso la Comunità .
Forse anche per questo dopo che l’Onu ha lanciato un appello al mondo e la Banca Mondiale ha garantito che erogherà 50 milioni di dollari per la ricostruzione dopo le alluvioni, anche il Governo italiano, con uno dei suoi ultimi provvedimenti, ha deciso di mettere a disposizione 200mila euro per il Programma Mondiale di Alimentazionein Mozambico. Il finanziamento della Cooperazione italiana sarà utilizzato per le attività di sicurezza alimentare ed in particolare per gli stock alimentari di emergenza da distribuire a chi è rimasto senza casa e lavoro.

Alessandro Graziadei

Fonte Unimondo

domenica 17 febbraio 2013

Operazione Fiumi 2013: contro frane e alluvioni

Ha preso il via lo scorso sabato a Genova la campagna Operazione Fiumi 2013, con la quale Legambiente e il Dipartimento della protezione Civile intendono informare la popolazione e gli amministratori pubblici sull’importanza della prevenzione in materia di frane e alluvioni.

E' già alla sua decima edizione e coinvolgerà tre Regioni italiane, Liguria, Sicilia e Campania.

giovedì 14 febbraio 2013

Alluvione in Lunigiana, inchiesta sui nuovi ponti

LA PROCURA di Firenze ha aperto una inchiesta sul concorso internazionale di progettazione dei tre ponti che dovranno sostituire quelli spazzati via sul fiume Magra e sui torrenti Mangiola e Teglia dalla furia della alluvione che il 25 ottobre 2011 ha colpito la Lunigiana.

mercoledì 13 febbraio 2013

Elezioni: chi più conta politicamente ha maggiori diritti?

La notizia aveva già suscitato clamore nel settembre dello scorso anno quando, all'indomani del terremoto in Emilia Romagna, ci si stava attivando per rendere disponibile un Fondo di solidarietà europea che andasse a risanare l’economia dell’Emilia Romagna. Dopo il disastro del 20 maggio era necessario fornire alloggi, servizi di soccorso e strumenti per proteggere i patrimoni ambientali e culturali del territorio che erano stati gravemente colpiti. Si parlò infatti di una proposta, arrivata dalla Commissione europea, di 670 mln di euro. Una somma di denaro così grossa non era mai stata stanziata in tutta la storia d'Europa!

Marina di Campo: che fine hanno fatto i rimborsi pubblici destinati ai cittadini colpiti dall'alluvione? 4 domande ai Candidati delle elezioni Politiche


logo Comitato Marina di Campo
Stiamo entrando nelle ultime 2 settimane di campagna elettorale e sono previsti anche all’Elba
incontri tra popolazione e i candidati delle prossime elezioni.
A Marina di Campo abbiamo manifestato un’intenzione di non voto il 29 settembre 2012 a seguito degli incredibili ritardi e problemi registrati nell’affrontare le conseguenze dell’alluvione del novembre 2011, a oggi per esempio, non un solo euro di rimborso pubblico è arrivato a Marina di Campo. Anche in Puglia e Basilicata esiste un forte movimento critico di cittadini vittime delle alluvioni del marzo 2011 nei confronti della politica, esistono sfumature diverse in queste manifestazioni di non voto. La Toscana registra addirittura 3 aree colpite da alluvioni nell’arco di 12 mesi: dalla Lunigiana dell’ottobre del 2011 passando dall’Elba del novembre successivo e sino alla più recente Maremma nell’autunno 2012 portando il numero delle vittime di queste catastrofi naturali toscane a migliaia di imprese, decine di migliaia di famiglie e cittadini. Sia a livello nazionale che regionale si osservano tempistiche, quantità e modalità diverse nell’erogazione degli aiuti, che in tempi di crisi economica determinano situazioni di incredibile disagio finanziario.