Pubblicato su Asca.it (vedi articolo originale)
Perugia, 22 lug - La Giunta regionale dell'Umbria, su iniziativa
dell'assessore Stefano Vinti, dara' avvio al percorso di revisione delle
normative che regolano l'esecuzione di opere per la protezione dal
rischio frane e calamita' pubbliche. ''In Umbria - ha detto Vinti - la
necessita' di convivere con il dissesto idrogeologico attraverso azioni
di difesa del patrimonio antropico si e' imposta alla fine degli anni
'70, con la Legge Regionale del dicembre 1978, n. 65 ''Norme per la
esecuzione di opere di consolidamento abitati. Trasferimenti abitati e
pronti interventi in caso di calamita' pubbliche', che per due decenni
e' stata il principale strumento legislativo di protezione dal rischio
di frana. Attraverso questa legge, la Regione ha di fatto esercitato la
prevenzione e la mitigazione del rischio idrogeologico, finanziando
interventi di consolidamento su 42 centri abitati colpiti o minacciati
da movimenti franosi, a fronte di un ''progetto generale di massima''
che doveva prevedere anche la delimitazione e la zonazione dell'area
interessata, limitando in modo severo le trasformazioni urbanistiche nei
territori sottoposti ad interventi di consolidamento, secondo una
logica sicuramente innovativa e lungimirante. Nel corso degli anni pero'
- ha sottolineato - questa norma e' stata superata dalla legislazione
nazionale, sul piano della prevenzione, dove agisce il Piano Stralcio
per l'Assetto Idrogeologico approvato dall'Autorita' di Bacino Fiume
Tevere nel novembre 2006, e dell'emergenza, in gran parte affidata ai
Piani di Protezione Civile. Nell'ultimo decennio l'orientamento ad
intervenire sul dissesto idrogeologico si e' definitivamente consolidato
nel Piano di Bacino che interpreta e vincola il territorio in funzione
della gravita' del rischio, sostituendosi alla Legge Regionale 65 come
strumento principe di prevenzione e risanamento dei fenomeni di dissesto
idrogeologico. Il piano vigente individua in Umbria 185 aree esposte a
rischio di frana, soggette a normativa vincolistica ai fini edificatori e
che necessitano prioritariamente di interventi per la mitigazione del
rischio, assorbendo circa la meta' dei centri abitati dichiarati da
consolidare. Il risultato - ha concluso - e' quello per cui, nei centri
gia' dichiarati da consolidare e attualmente confermati a rischio da
frana dal Piano di Bacino, le due normative vincolistiche si
sovrappongono generando difficolta' di applicazione''.
martedì 23 luglio 2013
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