sabato 9 marzo 2013

Alviano, l’oasi Wwf riapre al pubblico dopo l’alluvione, ma «da soli non ce la facciamo»

Fino allo scorso autunno, l’oasi Wwf di Alviano era uno dei più celebri paradisi italiani dei birdwatcher: oltre mille ettari di superficie, dov’era possibile avvistare circa 150 specie di uccelli acquatici, fra cui aironi, cormorani e falchi. Uno scrigno di biodiversità visitato ogni anno da migliaia di appassionati, famiglie e scolaresche. Poi, lo scorso 12 novembre, la piena del Paglia e del Tevere ha travolto tutto, lasciando dietro di sé una spessa coltre di fango e macerie.

Uno tsunami «Quello che ci ha colpito – racconta Alessio Capoccia, direttore dell’Oasi – è stato un vero e proprio tsunami. L’alluvione ha provocato un’onda di 4 metri che ha ricolmato completamente la palude e i sentieri, spazzando via le strutture, gli osservatori, i ponti, e anche alcuni animali, fra cui due cavalli ed un asinello, che non siamo riusciti a mettere in salvo». Ma i responsabili non si sono persi d’animo e si sono rimboccati le maniche fin dal giorno dopo, con il supporto delle amministrazioni locali, della Protezione civile e di tanti volontari. Dopo oltre quattro mesi di lavoro, passati a sgomberare il bosco e i sentieri dai detriti lasciati dal fiume, sembra ormai possibile riaprire una parte dell’Oasi, probabilmente per il 31 marzo, e garantire la ripresa delle attività didattiche e delle visite.
La situazione Se la prima parte del Sentiero natura è di nuovo percorribile, anche per i diversamente abili, il sentiero escursionistico con le postazioni per i birdwatcher non sarà ripristinato prima della fine dell’anno. I lavori di risistemazione, racconta Capoccia, «potranno iniziare solo nella tarda estate. Adesso quell’area è ancora sotto un metro e mezzo di fango, e il fiume, ritirandosi dopo la piena, ha lasciato una serie di avvallamenti e buche profonde due metri. Un paesaggio lunare». La riserva ha subìto centinaia di migliaia di euro di danni e anche se, pochi giorni fa, la Regione ha stanziato 2 milioni e 200 mila euro per la messa in sicurezza delle zone alluvionate di Orvieto, vuole farcela con le proprie forze. «Non possiamo contare su quei contributi, destinati principalmente ai commercianti, quindi presenteremo domanda per i fondi europei, insieme ai comuni della zona, Provincia, Regione e Wwf. Nel frattempo, andremo avanti grazie alle donazioni e alle aziende che ci hanno messo a disposizione i materiali necessari a ristrutturare le strutture distrutte e a mettere in sicurezza i percorsi dell’Oasi».
Ricostruiamo l’oasi «Per riaprire la riserva per Pasqua – conclude Capoccia – abbiamo bisogno dell’aiuto di volontari che ci aiutino a sistemare la cannuccia lungo il Sentiero natura. Chi vuole può venire a darci una mano sabato 16 e domenica 17 marzo. Basta portare un paio di guanti e le tronchesi». Ma per dare un sostegno concreto si può fare anche un versamento sul conto corrente aperto subito dopo l’alluvione, intestato a: WWF Sezione di Terni – Cassa di Risparmio della Provincia dell’Aquila S.p.A. – Agenzia di Terni – Piazza Ridolfi n.14 – Codice IBAN: IT 71 G 06040 14400 000000173903 - Causale: Ricostruiamo l’Oasi.

Fonte Umbria24

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